L’isola che non c’è


L’isola c’è, anzi non c’è. Gioco di parole a parte, parliamo dell’isola ecologica di via Fosse Ardeatine (zona San Pietro), realizzata ormai da diversi mesi, ma ancora non andata in funzione, il che sta creando grossi disagi ai cittadini, nonostante la ditta LRS assicuri già una discreta raccolta degli ingombranti. Tutto ciò, inoltre, si sta ripercuotendo anche sulla raccolta differenziata che si è stabilizzata, intorno al 60%. Tra l’altro, se fosse operativa l’isola ecologica, non sarebbe neanche aumentata, seppur di poco, la tassa NU, poiché sarebbero stati più bassi i costi di smaltimento in discarica. Bisogna ammettere, però, con grande franchezza che la tassa NU di Calvizzano, nonostante tutto (tenendo conto anche del raddoppio dell’accisa sulla bolletta Enel), rimane ancora la più bassa del comprensorio giuglianese.

L’isola ecologica, comunque, rimane ancora inservibile, poiché non sarebbe a norma. Bisogna, dunque, affrettarsi al più presto per renderla funzionale, secondo i crismi della legge, anche perché, se si vuole completare la filiera della differenziata, non si può fare a meno di questa importante piattaforma di trasferenza, dove i cittadini possano avere un punto di riferimento per depositare ogni tipo di ingombrante non più utilizzabile. A Villaricca l’isola, invece c’è, come a Mugnano, Giugliano e Qualiano. Calvizzano, insieme a Marano, è rimasto uno dei pochi comuni dove non è entrata in funzione un’isola ecologica, nonostante la Provincia abbia elargito circa 240 mila euro sia per la sua realizzazione sia per le relative attrezzature. Eppure Calvizzano, nel campo della differenziata, è stato uno dei primi comuni virtuosi dell’area a nord di Napoli, adesso, invece, rischia di rimanere indietro, poiché molti Comuni ci stanno sorpassando.

Ma cosa occorre per rendere una piattaforma ecologica a norma?

Ecco i requisiti previsti dal D.M dell’8 aprile 2008, modificato con D.M. del 13-5-2009

Il centro di raccolta deve essere localizzato in aree servite dalla rete viaria di scorrimento urbano per facilitare l'accesso degli utenti.

Il centro di raccolta deve essere allestito nel rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro.

Le operazioni ivi eseguite non devono creare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, la fauna e la flora, o inconvenienti da rumori e odori né danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.

Il centro di raccolta deve essere dotato di:

pavimentazione impermeabilizzata nelle zone di scarico e deposito dei rifiuti;

idoneo sistema di gestione delle acque meteoriche e di quelle provenienti dalle zone di raccolta dei rifiuti;

adeguata barriera esterna, realizzata con siepi e/o alberature o schermi mobili, atta a minimizzare l'impatto visivo dell'impianto. Deve essere garantita la manutenzione nel tempo.

All'esterno dell'area dell'impianto devono essere previsti sistemi di illuminazione e apposita ed esplicita cartellonistica, ben visibile per dimensioni e collocazione, che evidenzi le caratteristiche del centro di raccolta, le tipologie di rifiuti che possono essere conferiti, gli orari di apertura e le norme per il comportamento.

“Siamo sicuri – dicono i cittadini che abitano da quelle parti - che il Centro Raccolta può essere situato in una zona agricola? Che effetti avrà sulle coltivazioni dei contadini? Cosa mangeranno i Calvizzanesi? Pesche al piombo? Come faranno i cittadini di Calvizzano a raggiungere la zona che è particolarmente dissestata? Saranno sempre costretti a chiamare gli incaricati? C'è solo una strada che conduce al sito, a corsia unica, piena di buche e avvolta in una vegetazione fittissima!

Siamo sicuri che l'impianto di impermeabilizzazione è stato fatto secondo le norme previste in materia? Quali saranno precisamente i rifiuti che saranno sversati nel centro? I volantini in giro sono fin troppo generici. Perchè l'impatto visivo dell'impianto non è stato minimizzato? In periodi nei quali la vegetazione dei terreni vicini è spoglia, il centro sembra semplicemente una discarica abusiva a cielo aperto. Purtroppo gran parte di quanto previsto dal decreto non è stato realizzato, e nonostante le deroghe concesse ai comuni per l' emergenza rifiuti, certi requisiti tecnici ESSENZIALI non possono essere assolutamente ignorati”.

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