In Antonio Botta arte e fede si integrano insieme




“E’ bravo”: lo dicono tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di osservare le sue performance artistiche. Parliamo di Antonio Botta, ventisettenne poliedrico attore calvizzanese, caratterista- macchiettista, come lui stesso preferisce definirsi. Nonostante la sua giovane età, vanta già un curriculum di tutto rispetto, che è possibile leggere su internet. Dal 2005 al 2007, Botta ha frequentato l’Accademia d’Arte drammatica del Teatro Bellini, dove ha conseguito il diploma con il massimo dei voti. Ha lavorato con grossi nomi dello spettacolo, tra cui il grande Giacomo Rondinella, ha condotto programmi televisivi di successo ed ha avuto anche esperienze di animatore nei villaggi turistici. Negli ultimi due anni ha recitato nella compagnia teatrale di Gloriana e di Pino Morris, noto impresario teatrale napoletano, nonché marito di Gloriana. Da alcuni anni insegna recitazione in diverse scuole dell’area a nord di Napoli e collabora con associazioni non profit della zona, dove mette a disposizione il suo know-how tecnico-artistico, sviluppato nel corso della sua formazione. Ma dove e quando nasce questa sua passione per la recitazione?

“All’età di tredici anni – chiarisce Botta – all’epoca frequentavo la terza media alla scuola privata Botticelli: la buonanima di Arduina, direttrice della scuola, intravide in me queste doti di attore, per cui mi avviò sulla strada della recitazione, facendomi interpretare alcuni scketch. Non mi stanco mai di ringraziarla”.

Botta, figlio di un maranese e di una napoletana, vive da quindici anni a Calvizzano (cooperative di via Aldo Moro), dove non ha avuto alcuna difficoltà a integrarsi: ama sia questo paese sia la comunità parrocchiale che frequenta da sei anni. Attualmente è anche capo equipe del gruppo di animatori che allietano le giornate dei 350 ragazzi iscritti all’oratorio estivo.

Ha iniziato un cammino spirituale, dopo aver scoperto la forza della religione cristiana, per cui è probabile che, in futuro, potremmo avere un artista in meno e un sacerdote in più, che andrebbe a infoltire la rosa dei numerosi preti sfornati dalla nostra comunità.

“Mi lascio – conclude Botta – solo guidare dal Signore”.



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