Servizi sociali, finanziato un progetto per bambini iperattivi

Dopo il successo dello sportello di ascolto per gli adolescenti, finanziato interamente con soldi (5mila euro) del Comune e non con i fondi della legge 328, l’assessorato ai Servizi sociali, retto da Cristofaro Agliata, rilancia e mette in campo il progetto Gian Burrasca, rivolto ai bambini iperattivi dell’elementare Diaz. E’ iniziato il primo maggio scorso e avrà durata di un anno: lo dirige, Teresa Simioli, esperta di problematiche adolescenziali, già ideatrice e conduttrice del progetto per gli adolescenti, che si è svolto l’anno scorso alla media Polo.
“Le indagini epidemiologiche – afferma Simioli - stimano che circa il 5% dei bambini e ragazzi, nella fascia di età compresa tra i 6 e i 18 anni, manifesta disturbi dell’attenzione, impulsività e iperattività. Tali difficoltà si presentano in modo preponderante nel contesto scolastico in cui vengono richieste capacità di gestione dello sforzo cognitivo. Esiste ancora una certa difficoltà in ambito clinico nel porre la diagnosi di DDAI (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) che non risulta essere molto frequente nei servizi dell’età evolutiva nella realtà italiana. Tuttavia i soggetti che presentano le caratteristiche di questa sindrome sono numerosi. Questi soggetti presentano una difficoltà di autoregolazione dei propri comportamenti che non li consente di mettere in atto le loro potenzialità cognitive e comportamentali. Per poter aiutare e intervenire in modo efficace con questi bambini – aggiunge - è necessario che nel contesto scolastico si attivino una serie di strategie, finalizzate a favorire una maggiore vicinanza tra le richieste della scuola e le loro competenze attentive e organizzative. Per garantire una crescita serena dell’alunno, è importante, dunque, aiutare l’insegnante, ma anche chiedergli di collaborare con la famiglia. Solo il concorso di molte figure, possono portare a risultati concreti”.
Il corso avrà una durata di 40 ore e prevede quattro lezioni teoriche con i docenti; tre incontri di osservazione ed esercitazione con il gruppo di classe; sei incontri di gruppo con i genitori.
Al Comune costerà appena 5mila euro.
“Siamo ben lieti – afferma Cristofaro Agliata – di fornire un supporto di tipo sociale a tutte quelle famiglie che hanno in casa questo tipo di problematiche, ma soprattutto non possiedono le risorse finanziarie per rivolgersi, privatamente, a specialisti del settore ”.

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