Convegno su anoressia e bulimia

Sabato 11 giugno, ore 17, presso l’aula consiliare di Largo Caracciolo, si terrà un importante convegno sui disturbi del comportamento alimentare: anoressia e bulimia. Nel corso della serata
sarà anche presentata l’antologia sui disturbi alimentari “Fame di parole 2011” e saranno premiati i due vincitori del concorso letterario nazionale “Fame di parole”, scelti tra la terna di finalisti:

Sezione A
Jessica Tecchiato (Varese) con “Ofelia Floyd è morta”
Marina Mortara (Torino) con “Chi mai leggerà le mie parole?”
Lucia De Vivo (Napoli) con “Il mio racconto”

Sezione B
Tonia Santonicola (Napoli) con “ Come una fenice”
Amelie sans masque (Napoli) con “Un numero”
Marco Managò (Roma) con “Il labirinto e l’ostaggio”

Al primo classificato di ogni categoria, andrà una targa, l’antologia “Fame di parole” e l’attestato di partecipazione; il secondo e il terzo classificato riceveranno l’antologia e l’attestato.

Tutti gli altri autori selezionati e non (Greta Guerrini, Rinaldi Naomi, Stellina 17, Miriam Capoluongo, Claudia porta, Stefania Jade Trucchi, Emanuela Giannuzzo, Rocco Castello Giulio, Azzurra Puricelli, Marcella Ferraro, Rita Stanzione, Tina Caramanico, Ambra Artiglieri, Martina Scanferla, Giada Zichittella) riceveranno un attestato di partecipazione al Concorso.

Al simposio, patrocinato dal Comune di Calvizzano e organizzato dalla Società italiana di Psicosessuologia e Criminologia, presieduta dalla trentunenne psicologa calvizzanese, Angela Sarracino, che, nell’occasione, sarà anche la moderatrice dell’incontro, interverranno Paola Marinelli (psicologa-psicoterapeuta), Melania Costantino (biologa-nutrizionista), il sindaco e altre autorità comunali.
“Il concorso – afferma Angela Saracino - il cui scopo è quello di sensibilizzare le persone (soprattutto i giovani) verso la tematica dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia), in particolar modo, attraverso le storie e le riflessioni di chi ha vissuto questi disturbi in prima persona o attraverso un suo familiare. L’idea di fondo è che chi ha sperimentato la gravità di queste patologie può, con maggiore enfasi, attirare l’attenzione degli altri e far leva sul suo vissuto, per incoraggiare chi ne soffre ad uscire dalla sua solitudine, a prendere consapevolezza del suo stato e a chiedere aiuto a uno specialista del settore”.

Visualizzazioni della settimana