Niente sorteggio, sceglie la commissione elettorale gli scrutatori lottizzati

E’ vero che per fare lo scrutatore bisogna solo raccomandarsi a qualche politico? Stando a quanto accaduto giovedì 19 maggio presso l’ufficio elettorale del Comune di Calvizzano, dove si è tenuta la riunione della commissione elettorale per la nomina dei 32 scrutatori che saranno destinati alle 10 sezioni elettorali per i prossimi referendum, pare proprio di sì. La commissione, composta dal sindaco e dai consiglieri comunali Ivano Migliaccio, Franco Cavallo e Michele D’Ambra, ha perso un’altra occasione per dimostrare un’inversione di tendenza nel modo di far politica. Nessuna illegalità, per carità, poiché la legge ha lasciato alle Commissioni elettorali la possibilità di scegliere se ricorrere alla nomina diretta degli scrutatori oppure al sorteggio. Sorteggio che, tra l’altro, era stato proposto dal sindaco Granata, in qualità di presidente della Commissione, che è stato inascoltato, poiché gli altri tre hanno ritenuto opportuno utilizzare il meccanismo della designazione diretta.
“Sono contro il sorteggio – ha dichiarato Cavallo – poiché ogni volta che si è proceduto con questo metodo, si è verificato che molti scrutatori non si sono presentati nei seggi”.
Cosa diranno adesso gli altri 1050 iscritti nell’elenco degli scrutatori?
«Sono dieci anni – ha sbottato un ragazzo disoccupato – che aspetto questa boccata d’ossigeno di circa 200 euro: ogni occasione elettorale sembra la volta buona, ma rimango sempre deluso».
Un’altra ragazza che era venuta ad assistere alla riunione della Commissione elettorale, speranzosa di poter rientrare tra i 32 fortunati, se n’è andata delusa, quando ha saputo che non si sarebbe proceduto al sorteggio, visto che non ha sponsor politici.
Meno male che almeno i presidenti di seggio vengono nominati direttamente dalla Corte di appello di Napoli, altrimenti sarebbero stati oggetto di un’altra spartizione partitica.
Considerazioni.
Rispettiamo il modo di pensare di Cavallo, anche se riteniamo la sua risposta abbastanza ipocrita: se si è a favore della questione etica e rispettosi della trasparenza, ci si preoccupa più di chi non ha la possibilità di diventare scrutatore, perché non ha padrini politici, anziché di coloro che non si presentano nei seggi.
Un elogio a metà al sindaco che prima ha proposto il metodo del sorteggio e poi ha accettato l’accordo sulla spartizione dei posti di scrutatore. Avremmo, invece, preferito che fosse andato fino in fondo, a difesa di quella trasparenza, sempre da lui invocata. Cosa significa? Che almeno i nomi da lui indicati, invece di leggerli dal bigliettino che aveva in tasca, avrebbe potuto farli scegliere a caso dall’elenco degli scrutatori.



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