Acqua all'arsenico anche dalle nostre parti

Arsenico negli acquedotti. La notizia, ripresa da un rapporto choc e tenuto segreto, riportata alcune settimane fa dal noto settimanale l’Espresso, è tra quelle che mettono i brividi. In un baleno si è diffusa la voce ed è cresciuto il panico tra gli abitanti di Villaricca e di Qualiano, ma anche dei calvizzanesi della frazione di San Pietro che confinano con le zone oggetto del rapporto, vale a dire Villaricca 2, dove ci sono ben due discariche ormai chiuse, e Qualiano.
E, poi, sotto le grandi distese di terre presenti da quelle parti, sarebbero sepolte migliaia di tonnellate di rifiuti tossici scaricati negli anni addietro dalle ditte del Nord. Agli inizi degli anni ’90, proprio a Villaricca, nei pressi di via Bologna, poco distante dal territorio maranese, furono scoperte diverse decine di bidoni tossici, i cui veleni accecarono un camionista che li stava scaricando.
Ritornando al rapporto denominato Sebiorec, nascosto da mesi nei cassetti, si tratta, come scrive l’Espresso, di uno dei più imponenti studi epidemiologici con biomarcatori mai fatti in Italia. Dice che c’è diossina cancerogena nel sangue di napoletani e casertani e c’è troppo arsenico dalle parti di Villaricca e Qualiano che inquinerebbe gli acquedotti.
Si parla anche di presenza di Pcb (la cosiddetta diossina) nel sangue, collegabile al consumo di verdura. E questo accade in molti paesi e città noti alle cronache per casi di inquinamento da rifiuti tossici: Castel Volturno, Villa Literno, Mugnano, un altro comune attiguo alla nostra città. Insomma, siamo circondati dai veleni e ancora non si parla di bonifica dei territori; intanto, le malattie tumorali e tiroidee aumentano a dismisura.

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