LETTERA AL BLOG DAL PRIMO CITTADINO


Tornando da Potenza


Ieri, sabato 19 marzo, festa del papà, tornando da Potenza, ove mi ero recato con i miei familiari per partecipare come ogni anno alla “Giornata della Memoria e dell’Impegno”, che il grande Don Ciotti e “Libera” organizzano ogni anno in ricordo delle Vittime innocenti di mafia, cui un destino infame ha voluto che appartenessi, ripensavo al discorso conclusivo fatto dal palco da Don Ciotti.
Don Ciotti è un comunicatore formidabile, un sacerdote che ha dedicato la sua vita a un impegno difficile e pericoloso, l’Antimafia. Ma soprattutto è “più avanti” . Riesce a capire e ad interpretare prima degli altri, e delle stesse Istituzioni, quale è l’avanguardia del problema, il fronte della guerra contro le mafie che tutti devono combattere. Don Ciotti ha spiegato, nel solitamente bellissimo discorso di sabato, che il nuovo fronte sta fuori dalle mafie. Sta in quell’area vicina e prossima costituita dalle omissioni, dalle corruttele, dagli affarismi che consentono alle mafie di contrattare, di fare patti, intrallazzi, di reinvestire i capitali, di aggiudicarsi appalti e commesse. Senza quella zona, quell’area vicina e prossima, senza il consenso dei protagonisti, la mafia non avrebbe linfa, spazio, non avrebbe radici. Un ragionamento semplice ma tremendamente concreto.
Mentre tornavo pensando a tutto questo, all’impegno morale di ognuno per recidere le radici marce, anche nei piccoli gesti quotidiani, o in quelli importanti, ho saputo, telefonicamente, dell’ultimo manifesto dell’opposizione tre più tre e, inevitabilmente, la mia mente ha fatto un raffronto, tra quanto ascoltato dal Don Ciotti e le cose che scrivono questi.
“PUC l’imbroglio che unisce”. Il solito manifesto condito con le ormai trite sciocchezze (del resto cos’altro potrebbero dire persone di così modesta cultura che dopo 7 anni da amministratori ancora imputano le procedure tecniche ai politici), dal contenuto calunniatorio, secondo cui la maggioranza si (ri)unisce per fare un imbroglio. Mi sono chiesto: cosa pensa la gente, i cittadini, di fronte ad argomenti e notizie false e artefatte, che, comunque, ingenerano sospetti e giudizi ?
È evidentemente spiacevole dover fronteggiare certi atteggiamenti, il cui unico obbiettivo è denigrare l’avversario, ma poi, pensandoci bene, ho notato che tali atteggiamenti sono alcune delle forme attraverso cui si materializza quella zona di confine, di cui parlava Don Ciotti. Ci sono infatti forme sottili, subdole, attraverso le quali si finge di svolgere un ruolo, ma in realtà si perseguono ben altri scopi. Quegli scopi che vogliono far credere stai inseguendo, e che sono esattamente quelli che loro inseguirebbero se stessero al tuo posto. E allora il disgusto prende il sopravvento.
Non voglio e spero di non apparire presuntuoso, ma una cosa sola non tollero, ed è la calunnia usata per gettare fango addosso. E i fatti dicono che alcuni soggetti sono stati cacciati, nonostante eletti in maggioranza. Li abbiamo dovuti allontanare perché erano grigi. Di un grigio antico, scuro, stantio, come le loro idee e i loro obbiettivi. Quelle belle transazioni costosissime solo per il Comune, quelle milionarie campagne pubblicitarie, quei ditini sempre alzati, quelle polemiche da manuale cencelli, quelle facce scure come i capelli tinti, non potevamo sopportarle più. Che schifo! Oggi si ergono a censori, da esperti di timbri e francobolli, colle, battiscope e latte di vacca: sono diventati novelli urbanisti, unendosi a una sparuta minoranza che, quand’era maggioranza, non ha affrontato un solo problema, attenta solo ad operazioni di facciata. Una minoranza che non vuole il PUC, che insegue inutili cavilli per bloccarlo, cavilli che la stessa Regione sta eliminando. Ma, quando nel 2008 fece “il pacco” (buono solo per la campagna elettorale) le sottigliezze regolamentari se le scordarono? Allora contava il risultato!
Ai cittadini voglio dire di stare tranquilli poiché il PUC sarà adottato.
E allora pensandoci bene, senza curarmi di queste miserie umane, con cui sono costretto a confrontarmi da quando onoro il mandato ricevuto dalla gente, guardo avanti e seguo il consiglio di Don Ciotti. Faccio il mio dovere nell’interesse della gente, con la coscienza a posto.
Giuseppe Granata

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