Via Alveo Camaldoli, la strada dei ritardi e delle omissioni



Scandaloso quello che succede dalle nostre parti: nonostante i lavori del tratto calvizzanese di via Alveo Camaldoli siano già terminati da alcuni mesi, la strada non può essere ancora collaudata e inaugurata, perché il Comune di Villaricca, come ci ha riferito l’assessore ai Lavori pubblici del comune di Calvizzano, Luciano Borrelli, non si decide ancora a realizzare il tappetino d’asfalto del rimanente tratto di circa 2km che ricade nel suo territorio. E i soldi ricevuti dalla Regione nell’ambito del Pit (Piano integrato giuglianese) dove sono andati a finire?

Cerchiamo di capire. Più di cinque anni fa la Regione, per spendere proficuamente i fondi europei Fesr per lo sviluppo delle infrastrutture, s’inventò i Piani integrati territoriali, meglio conosciuti con l’acronimo Pit. I Comuni decisero così di realizzare alcune strade a scorrimento veloce con lo scopo di collegare le future aree industriali Pip dell’area giuglianese sia tra di loro, sia alla grande viabilità. Villaricca, attraverso un finanziamento di circa un milione e 200mila euro, ebbe il compito, da comune capofila, di progettare e realizzare circa 2 dei 3 Km di Via Alveo Camaldoli, la nuova strada che, una volta ultimata, collegherà Corso Italia (nei pressi della chiesa San Pasquale Baylon) con il ponte carrabile di via Garibaldi, la strada che dal centro di Calvizzano conduce alla parrocchia di Santa Rita, in località Villaricca.

Da quasi più di un anno, il primo tratto di via nuova Alveo Camaldoli, di circa 2 km appunto, è quasi pronto, poiché manca solo il tappetino d’asfalto. L’ultimo tratto di circa 900 metri (ricadente nel territorio calvizzanese e che conduce fino all’incrocio con via Garibaldi), invece, nonostante i lavori siano iniziati più tardi del tratto ricadente nel territorio di Villaricca, è completo. Quest’ultimo pezzo di strada è stato realizzato, però, sia con soldi del Comune di Calvizzano che con fondi della legge 51 ed è costato circa 500 mila euro. La prima cosa, dunque, che viene spontaneo chiedersi è come mai il tratto di strada villaricchese è stato finanziato con i soldi europei, mentre quello che riguarda lo spezzone calvizzanese è stato progettato e costruito con soldi del bilancio comunale? Gli amministratori dell’epoca a cosa pensavano, mentre veniva discusso l’utilizzo dei fondi elargiti dall’Europa? Sempre nell’ambito del Pit, poi, era prevista anche una pista ciclabile (il cui costo era stato stimato intorno ai 200 mila euro) che doveva affiancare la via nuova Alveo Camaldoli, la ripiantumazione di pini marittimi (costo stimato 50mila euro) e la realizzazione di una parte di via Corigliano (dove, ultimamente, si sono verificati i roghi) con una carreggiata a doppia corsia di marcia, marciapiedi, illuminazione pubblica, che avrebbe dovuto raccordarsi con via Alveo Camaldoli, attraverso un ponte carrabile e una rotonda circolatoria per lo smistamento ordinato del nuovo incrocio. Villaricca, inoltre, aveva promesso a Calvizzano che, a sue spese, avrebbe realizzato un altro ponte carrabile all’altezza di via Lavinaio (arteria di via Eduardo De Filippo, ex via Commone), per collegarla con via Alveo Camaldoli. Tutto ciò aveva spinto, circa due anni fa, l’attuale amministrazione calvizzanese a spendere circa 120mila euro, per rifare completamente via Lavinaio e metterla in sicurezza, ma ora questa strada resta inutilizzata, poiché da un lato manca il ponte promesso da Villaricca, mentre dal lato di via Eduardo De Filippo, il passaggio è ostruito dalla megatubazione dell’Eni Acqua Campania, che dovrebbe essere interrata (occorrono a tale scopo circa 40mila euro), ma che rimane in bella vista. Allora anche qui viene da chiedersi: come mai gli amministratori attuali non hanno “alzato la voce” nei confronti di Villaricca, per pretendere l’applicazione integrale del progetto, vale a dire la realizzazione della pista ciclabile, la piantumazione dei pini, ma soprattutto la costruzione ex novo del tratto di via Corigliano, immerso nell’immondizia e preso di mira dai piromani? E perché non mettono in campo un’azione forte, pretendendo il rispetto dei patti, o perlomeno la realizzazione dei due ponti carrabili? Forse perché non si vogliono scalfire i buoni rapporti politici tra le due amministrazioni, rette entrambe da due sindaci del partito democratico? Perché l’assessore Borrelli e il sindaco Granata non vogliono intaccare assolutamente la loro amicizia con l’ex sindaco di Villaricca Raffaele Topo che, nonostante sia trasmigrato in Regione, continuerebbe a reggere le sorti del Comune di Villaricca?

Intanto, i cittadini continuano a pagare lo scotto sia dello sperpero di denaro pubblico sia di questo emblematico caso di grande inefficienza burocratico-amministrativa, poiché l’apertura ai veicoli di questa strada a scorrimento veloce rappresenterebbe una grossa valvola di sfogo all’endemico traffico che esiste nelle nostre zone.

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