Sgombero appartamenti a ridosso del Vallone Fossa del Carmine: si attende la perizia tecnica



Sarà il geologo Iazzetta (nominato dal Comune in questi giorni) a eseguire nuovi rilievi per stabilire il grado di pericolosità e di rischio della zona a ridosso del Vallone Fossa del Carmine, dove sono ubicati i quattro immobili di via dell’Olmo, sequestrati la settimana scorsa dalla Procura della Repubblica. Il tecnico dovrà anche verificare se esiste ancora un reale e concreto pericolo per l’incolumità di tali strutture edilizie. Dopo la perizia, il tecnico di fiducia del Comune stilerà una relazione che invierà alla Procura: sarà dunque il magistrato a valutare se le 12 famiglie (35 adulti e 10 bambini) potranno tornare di nuovo nelle loro abitazioni. Nel frattempo il Comune, per assicurare loro una immediata soluzione abitativa, ha provveduto a sistemarli provvisoriamente (al massimo una decina di giorni) sia nell’albergo “Donato” di Calvizzano sia nella struttura “Al Paradise” di via San Rocco a Marano. Dopodichè, fino a che non sarà garantita la messa in sicurezza delle loro strutture edilizie, dovranno trovarsi degli alloggi in affitto.

Intanto, potrebbe allargarsi l’inchiesta del procuratore aggiunto Aldo De Chiara e del sostituto procuratore Federico Bisceglie che stanno vagliando tutti gli atti amministrativi sulle concessioni edilizie, le pratiche di condono e i provvedimenti che riguardano l’area finita nel mirino. Il vallone “Fossa del Carmine”, come è scritto in un articolo del Mattino a firma Ferdinando Bocchetti, riportato di seguito, è da anni oggetto di polemiche per inadeguatezza e mancanza di servizi. La vicenda legata ai rischi ed alla mancata sicurezza viene da lontano. Già negli anni scorsi provvedimenti annunciati e mai attuati hanno richiamato più volte l’attenzione sui rischi per la sicurezza: allagamenti, erosione, frane e smottamenti sono i principali problemi. Questa volta però la Procura partenopea ha voluto vederci chiaro ed ha avviato l’inchiesta – hanno fatto sapere – «per tutelare l’incolumità dei cittadini che abitano negli immobili a ridosso del vallone e – hanno poi aggiunto – per accertare eventuali responsabilità penali da parte di chi, negli anni scorsi ma anche nel presente, aveva il dovere di garantire l’agibilità degli immobili e la sicurezza dei cittadini». Alcuni degli immobili sequestrati risalgono agli anni ‘80, altri invece, anche se più recenti, risalgono agli anni ’90. Il Comune avrà ora il compito di eseguire nuovi rilievi e accertamenti per stabilire il grado di rischio e pericolosità della zona abitata a ridosso del vallone. La Procura di Napoli invece dovrà accertare eventuali responsabilità di chi avrebbe dovuto garantirne la sicurezza.

Visualizzazioni della settimana