Sfumati i soldi per via Corigliano, la strada dei roghi



Non è la prima volta che si verificano roghi tossici in via Corigliano, il tratto strada di campagna che s’ interseca con via Eduardo De Filippo (ex via Commone) e che delimita il confine tra Villaricca e Calvizzano. E non sarà neanche l’ultima volta che cittadini e contadini del posto vedranno bruciare scarti di lavorazione, sacchetti d’immondizia, auto probabilmente rubate e persino amianto, fino a che non diventerà un’autentica strada con tanto di asfalto, di marciapiedi e di illuminazione. Cosa che era prevista, già da alcuni anni, nell’ambito del Pit area giuglianese, ma che non si è più concretizzata. Per quale motivo? Dove sono finiti i soldi stanziati?

Cerchiamo di capire. Più di cinque anni fa la Regione, per spendere proficuamente i fondi europei Fesr per lo sviluppo delle infrastrutture, s’inventò i Piani integrati territoriali, meglio conosciuti con l’acronimo Pit. I Comuni decisero così di realizzare alcune strade a scorrimento veloce con lo scopo di collegare le future aree industriali Pip dell’area giuglianese sia tra di loro, sia alla grande viabilità. Il Comune di Villaricca, attraverso un finanziamento di circa un milione e 200mila euro, ebbe il compito di progettare e realizzare circa 2 dei 3 Km di Via Alveo Camaldoli, la nuova strada che, una volta ultimata, collegherà Corso Italia (nei pressi della chiesa San Pasquale Baylon) con il ponte carrabile di via Garibaldi, la strada che dal centro di Calvizzano conduce alla parrocchia di Santa Rita, in località Villaricca.

Da quasi un anno il primo tratto di via nuova Alveo Camaldoli, di circa 2 km appunto, è già pronto. L’ultimo tratto di circa 900 metri (ricadente nel territorio calvizzanese e che conduce fino all’incrocio con via Garibaldi), invece, è in fase di realizzazione sia con soldi del Comune di Calvizzano che con fondi della legge 51 e costerà circa 500 mila euro. Nell’ambito del Pit, però, era prevista anche una pista ciclabile (il cui costo era stato stimato intorno ai 200 mila euro) che doveva affiancare la via nuova Alveo Camaldoli, la ripiantumazione di pini marittimi (costo stimato 50mila euro) e la realizzazione di una parte di via Corigliano (dove, ultimamente si sono verificati i roghi) con una carreggiata a doppia corsia di marcia, marciapiedi, illuminazione pubblica, che avrebbe dovuto raccordarsi con via Alveo Camaldoli attraverso un ponte carrabile e una rotonda circolatoria per lo smistamento ordinato del nuovo incrocio.

La prima cosa, dunque, che viene spontaneo chiedersi è come mai il tratto di strada, che insiste nel territorio di Villaricca, è stato finanziato con i fondi europei, mentre quello che riguarda il territorio calvizzanese è stato progettato e costruito con soldi del bilancio comunale? Gli amministratori dell’epoca a cosa pensavano, mentre veniva discusso l’utilizzo dei fondi Pit? E come mai gli amministratori attuali non hanno “alzato la voce” nei confronti di Villaricca, per pretendere l’applicazione integrale del progetto, vale a dire la realizzazione della pista ciclabile, la piantumazione dei pini, ma soprattutto la costruzione ex novo del tratto di via Corigliano, immerso nell’immondizia e preso di mira dai piromani?

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