Crisi al Comune, si lavora per il bene della città?


Ormai Calvizzano Democratica, la lista civica con la quale Granata ha vinto le elezioni, si è frantumata in diversi spezzoni. Borrelli e Napolano del Pd viaggiano per conto loro, ma in piena sintonia con il sindaco e pare la stessa cosa stiano facendo Antonio Ferrillo (Udeur) e Antonio Di Rosa (Pdl) che, insieme, costituiscono un gruppo di fatto. Poi i due gruppi: l’Udc di Salatiello, Martiello e Cristofaro Agliata e Calvizzano futura che annovera nei suoi ranghi l’ex vicesindaco Mauriello, gli ex assessori all’Ambiente Cavallo, Sequino e Scimia, l’ex assessore Michele D’Ambra e il coordinatore cittadino del Pd, Francesco Agliata. Ma cosa c’è dietro la nascita dell’Udc e di Calvizzano futura? Entrambi i gruppi perseguono davvero l’obiettivo di voler risollevare le sorti della città, sprofondata nel più totale torpore, dal quale non riesce a risollevarsi? O nascondono altri interessi?

Entrambi dicono di volere un cambio di passo. Salatiello lo ha ribadito più volte in alcuni convegni pubblici, lanciando qualche frecciatina polemica verso il sindaco Granata, accusato di “essere lento nel portare avanti il programma politico-amministrativo e di non riuscire a dare una sterzata nella direzione dello sviluppo della città”.

Anche i 6 di Calvizzano futura chiedono un cambio di direzione, come è scritto nel loro documento programmatico, dove sono stati evidenziati diversi punti sui quali bisogna puntare a breve e medio termine, per evitare di sprofondare nell’abisso della depressione politico-sociale ed economica e nel degrado in tutti i sensi.

Un discorso politico quasi perfetto per entrambi, ma con una differenza. Mentre Salatiello avrebbe deciso che non è il momento giusto per spingere il piede sull’acceleratore del dissenso e che bisogna aspettare tempi migliori (forse quando mancherà qualche anno alla fine della consiliatura) per agire, i 6 dissidenti di Calvizzano futura (un gruppo eterogeneo consolidatosi, secondo alcuni osservatori, sulla base di motivazioni personali, di qualche interesse particolare e di qualche proposito di rivincita), sulla scia dell’entusiasmo per aver messo in difficoltà il sindaco su questioni politiche, si sono un po’ ringalluzziti e sono decisi ad andare avanti a tutto spiano. Continuano a ribadire che il loro agire è finalizzato unicamente al bene della collettività e non ad una questione di poltrone, ma si sarebbero, poi, “rotti con il sindaco”, come dice esplicitamente Antonio Ferrillo nell’intervista che ci ha rilasciato, proprio sull’organigramma. A chi credere?

La sensazione è che complessivamente non si voglia lavorare per il bene della città, ma per raggiungere obiettivi diversi. A tal proposito si sarebbe formato ad hoc un cartello, del quale farebbero parte, politici, amministratori e anche qualche impiegato comunale, che, gattopardescamente, starebbe navigando sottobanco per creare quante più difficoltà possibili a Granata. Lo scopo? Farlo passare alla storia come il sindaco peggiore che abbia mai avuto Calvizzano, al fine di creare un vuoto politico-amministrativo che dovrebbe, poi, essere riempito da chi non ha mai smesso di pensare alla fascia tricolore o da chi sta studiando da anni per diventare sindaco. Mai come questa volta, speriamo di sbagliarci.

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