Villaricca. Viva i nonni, abbasso le inefficienze: l’odissea quotidiana tra scuole, nipoti e mancanze strutturali

 Breve video: solo un frammento dell’odissea quotidiana

Ho guidato i treni delle Ferrovie dello Stato per oltre 35 anni. Dal 2012 sono in pensione. Ma non mi sono mai fermato. Dal 1990 faccio il giornalista, e dal 2009 gestisco, con passione e determinazione, il blog Calvizzanoweb. Oggi, però, il mio mestiere principale, a tempo pieno, è quello di nonno-sitter.

Seguo cinque nipoti. Li accompagno e li vado a riprendere da scuola, li porto a fare sport, e qualche volta li aiuto con i compiti. E vi assicuro: quando la salute regge, anche con qualche acciacco, è il mestiere più bello del mondo. Forse anche più di quello del giornalista, spesso bersagliato da critiche, polemiche e attacchi. Perché i nipoti non tradiscono. Un loro sorriso è capace di cancellare ogni amarezza.

Approfitto per rendere omaggio alla categoria dei nonni, una risorsa sociale fondamentale, troppo spesso sottovalutata. Veri ammortizzatori sociali, specialmente in questi tempi di crisi economica e carenze di servizi. I nonni sono amici, compagni di giochi, portatori di saggezza. Ma soprattutto pilastri del nuovo welfare familiare. Sempre in servizio, a volte anche senza preavviso.

Ma veniamo alla mia odissea quotidiana. Un problema piccolo all’apparenza, ma che rappresenta il sintomo di una mancanza più grande: l’assenza di una pianificazione urbana e scolastica a misura di cittadino.

Due mie nipotine, di 7 e 9 anni, frequentano entrambe la scuola “Giancarlo Siani” di Villaricca. Ma in due plessi diversi. Una frequenta la terza elementare, l’altra la quinta. La prima è nel plesso dell’elementare, la seconda in quello della media, in via Giancarlo Siani, una traversa che sbuca sulla Circumvallazione esterna, nei pressi del parco giochi.

Sulla carta, i due edifici distano poco più di 500 metri. Nella realtà, ogni giorno è un’impresa: parcheggi introvabili, traffico caotico, spazi mal progettati. In questo periodo, poi, si aggiungono anche i lavori (necessari, per carità, magari da programmare in periodi di chiusura delle scuole), che aggravano ulteriormente una situazione già complicata. Nei giorni di pioggia, l’odissea si trasforma in un vero e proprio calvario.

Per la mia nipotina più piccola, che frequenta il plesso centrale di via Fermi, l’uscita è prevista alle 13 e10, ma l’orario slitta quasi sempre di 3-5 minuti, per cause indipendenti dalle insegnanti. La sorella maggiore, che esce alle 13 e15 dal plesso di via Siani, è quindi costretta ad aspettare ogni giorno almeno 10 minuti. Quando va bene. Quando piove, la situazione si complica ulteriormente.

Per fortuna, è sempre sotto la supervisione delle eccellenti maestre, che mi accolgono con gentilezza e un sorriso, nonostante il disagio.

Ma la domanda che mi rivolge ogni giorno mi stringe il cuore:

“Perché sono sempre io ad aspettare?”.

Dopo la scuola, si riparte: pranzo, compiti, attività. La mia giornata da nonno-sitter si chiude quando inizia quella da giornalista. Di notte.

Tutto questo – lo ribadisco – non sarebbe un problema insormontabile se solo ci fossero strutture e infrastrutture adeguate. Se solo ci fosse attenzione da parte delle amministrazioni comunali alla vita concreta delle persone. Se solo si progettasse con criterio, invece di arrangiarsi sempre con soluzioni tampone.

Questa è una delle tante piccole odissee quotidiane che migliaia di cittadini affrontano ogni giorno, in silenzio. Ma che, sommate, diventano un’enorme mancanza di qualità della vita. E alla lunga, stancano. Anche i nonni più appassionati.

Viva i nonni, sì. Ma abbasso quei Comuni che non garantiscono servizi e strutture degne di una città che voglia definirsi civile.

Mimmo Rosiello, direttore di Calvizzanoweb e nonno sitter a tempo pieno

 

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