Prosegue la rubrica "I Sabati di Cultura" con un'altra esclusiva Calvizzanoweb – Dalla relazione tecnica della ristrutturazione ex-IPAB, scoperto chi è il proprietario del palazzo di “Armando ‘o barbiere”
Come sappiamo tutti, il Centro storico di Calvizzano tristemente è in condizioni precarie: molti edifici storici, specie quelli signorili, versano in condizioni estetiche precarie, e diversi edifici risultano abbandonati.
Una condizione triste che è stata fotografata anche nel PUC, redatto nel 2020
dalla triade commissariale.
Tra questi, ce n’è uno che si può dire spicca tra i
più disastrati: il palazzo di “Armando O’ barbiere”, ovvero il
palazzo in cui, fino agli anni '80, c’era l’esercizio commerciale del barbiere Armando
Galiero, che chiuse nel 1981 perché assunto come bidello.
Armando Galiero
In poche parole, un palazzo tra i peggiori all’interno del comune per
condizioni, peggio di questo solo quello puntellato nei pressi del Comune, che
attende da anni di essere demolito, o il palazzo di via Vittorio Emanuele III,
dove viveva e fu trovato morto il povero senzatetto Gennaro Carandente.
Il palazzo dove si trovava la bottega di
Armando Galiero
Molti dei palazzi di Calvizzano sono lasciati in
queste condizioni per varie motivazioni, che vanno dall’impossibilità economica
(ristrutturare un palazzo storico non è come ristrutturare un palazzo in
cemento armato recente) alla mera indifferenza (parliamo di abitazioni
ereditate da chi a Calvizzano non abita più e quindi non ha nemmeno interesse a
usufruire dei beni); ma questo palazzo a chi dovrebbe appartenere?
A dircelo, in modo totalmente casuale, è stato un
altro palazzo: l’edificio ex-IPAB.
Com’è noto, il palazzo, ex Orfanotrofio dell’Addolorata
e di Francesco Saverio, ex Istituto del Sacro Cuore di Gesù ed ex Scuola
Paritaria Beata Giulia Salzano, dal 2017 è stato sgomberato per inagibilità.
Dopo la decisione, da parte della triade commissariale, di adibirlo a “Polo
della Socialità e della Cultura” (come indicato nella Relazione Tecnica),
nel 2020 l’Amministrazione Pirozzi ha modificato il suo utilizzo a Caserma
dei Carabinieri.
L’edificio sta venendo quindi ristrutturato per questo
fine, e per questo a inizio 2025 è stato pubblicato sul sito del Comune tutto
il progetto di ristrutturazione.
Tra questi documenti, c’è appunto la Relazione
Tecnica, che si prodiga a spiegare le condizioni attuali e la
ristrutturazione che verrà fatta. All’inizio del documento, però, è presente
una sezione storica, che indica qual è stato il suo utilizzo
passato; e proprio qui ci imbattiamo nel palazzo più sopra descritto.
Tra i documenti mostrati, a esempio e testimonianza
della storia dell’edificio ex-IPAB, c’è infatti un testamento.
Si tratta del testamento di Domenico Ricciardiello, nato a Calvizzano il
14 ottobre 1906 da Salvatore, carrettiere, e Lucrezia Laprovitola.
Costui, di professione agricoltore, sposerà il 21 novembre 1940 a Calvizzano Clotilde
Sabatino, nata a Calvizzano il 5 agosto 1906 da Salvatore, anch’egli
carrettiere, e Teresa Ricciardiello, sorella di Salvatore Ricciardiello (quindi
di fatto cugina di suo marito).
Domenico Ricciardiello, secondo le immagini riportate
sulla Relazione Tecnica, il 30 gennaio 1960 fa testamento, dall’avvocato
napoletano Pietro Pirolo. In questo testamento, dichiara che metà dei suoi
averi andranno alla moglie Clotilde, e metà all’Orfanotrofio dell’Addolorata e
di San Francesco Saverio, che era presente nell’ex-IPAB.
Domenico Ricciardiello verrà a mancare il 27 agosto
1965. All’apertura del testamento, presenti a testimoniare ci sono Biagio
Napolano e Luigi Ruggiero, figlio di Alfonso, sindaco nel 1944 e
presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto nel lontano 1924. La
rendita risulta essere di circa 500mila Lire (circa 6100€ odierne).
Nel verificare queste proprietà ereditate
dall’Istituto, poi sciolto e le cui proprietà sono finite al Comune di Napoli,
la Relazione tecnica si rifà a un documento richiesto dal Comune di Calvizzano
nel 2005. Si tratta di una copia del documento della dichiarazione di
successione, con all’interno tutte le proprietà legate al testamento.
Secondo quanto richiesto dal de cuius, ovvero da Domenico Ricciardiello,
tutte le proprietà sono in comproprietà tra l’Orfanotrofio e la moglie, con
riserva di usufrutto a favore di Clotilde Sabatino.
Queste proprietà consistono in:
-
Un terreno in zona San Pietro
-
Due vani commerciali
-
Un appartamento popolare di 4 vani e
mezzo
Questi ultimi due, risultano accatastati in Via
Domenico Mirabelli 47-49-51.
Andando a vedere l’attuale numerazione dei palazzi,
questi risultano essere il palazzo di fianco a quello che fa angolo a via
Molino:
Quadro ereditario della dichiarazione di
successione di Domenico Ricciardiello, dalla Relazione Tecnica della
Ristrutturazione dell’edificio ex-IPAB (fonte https://comune.calvizzano.na.it/wp-content/uploads/2025/05/B01_Relazione-Tecnica.pdf,
pag. 19)
Usufruendo della Mappa Catastale online dell’Agenzia
delle Entrate, la proprietà in tale particella non è quella dell’attuale
numerazione, ma bensì quella del marciapiede di fronte, ovvero quella del
palazzo di “Armando ‘o barbiere”.
Mappa Catastale Online dell’Agenzia delle
Entrate (https://geoportale.cartografia.agenziaentrate.gov.it)
A conferma di ciò, c’è anche la corrispondenza con la
foto satellitare, come si può vedere da servizi come Google Maps:
L’edificio visto da Google Maps. Come si
può notare, le dimensioni combaciano
A conferma di ciò, infine, un particolare: sul palazzo
diroccato, sopra la targa del civico 56, c’è ancora la vecchia targa in pietra,
che segna il numero 51:
Particolare del palazzo diroccato. Fonte
Google Maps
Si può quindi affermare che il palazzo di “Armando
‘o barbiere”, o meglio le botteghe sottostanti e l’appartamento
sovrastante, erano in comproprietà tra Clotilde Sabatino e l’ex-IPAB.
Clotilde Sabatino è venuta a mancare il 28 febbraio
1984. Secondo le risultanze catastali, l’immobile non è di proprietà del
Comune di Calvizzano; considerato che non vi sono informazioni circa
gli eredi di Clotilde Sabatino, il palazzo potrebbe essere in malora perché in
assenza di eredi o per loro inazione.
Per quanto riguarda il terreno, si trattava di un
frutteto, secondo la dichiarazione di successione, presente in Foglio 3,
particella 166.
Sulla mappa catastale questa particella non esiste, ma la 165, quella
precedente, è il terreno di fianco all’attuale Isola Ecologica di Calvizzano;
quindi potrebbe indicare l’area, oggi sezionata e quindi con nuove particelle,
dove oggi sorge quest’ultima.
Gianpaolo Cacciapuoti