In certi contesti, il potere si costruisce attorno a
figure rese artificialmente intoccabili. Non conta quanto siano competenti,
giuste o trasparenti: l’importante è che abbiano l’appoggio giusto. Chi osa
sollevare un dubbio viene subito etichettato come nemico, guastafeste,
invidioso.
Attorno a questa figura si muove la solita corte: la
gente ruffiana, che applaude ogni scelta non per convinzione ma per
convenienza. È un applauso vuoto, interessato, che serve più a garantirsi
favori che a riconoscere meriti reali.
E così si crea un clima soffocante, dove la critica
sparisce, il confronto muore e l’adulazione diventa la moneta più spendibile.
L’intoccabilità non è mai un merito: è una costruzione fragile, tenuta in piedi
dal silenzio complice e dalla paura di perdere un posto al sole.