Armando Poggi, l’uomo originario di Calvizzano che scelse l’umiltà: da "prete altro" a padre, da dirigente a cittadino esemplare

                                                              

Armando Poggi, 82 anni, prete felicemente sposato, tre figli, autorevole personaggio di originario di Calvizzano, il paese che ha sempre portato il suo nel cuore, nonostante abiti da tanti anni a Napoli. Nella sua vita ha ricoperto ruoli importanti: è stato direttore generale Asl Napoli 3; assessore alla Provincia di Caserta; direttore generale del Comune di San Giorgio a Cremano; direttore del Cira (Centro Aereospaziale), candidato a sindaco di Calvizzano nel 1997, sconfitto da Salatiello; segretario cittadino degli allora Ds.  Poggi ha tre figli e due lauree, è molto religioso: si è sposato dopo essersi spogliato da prete.

Da direttore dell’Asl Napoli 3, è stato protagonista di una storia di altri tempi.  Poggi si accorge di aver bisogno di un controllo medico; è direttore generale di un’Asl, quindi potrebbe disporre di un’intera e complessa struttura sanitaria per soddisfare la sua necessità.  Invece chiama la sua segretaria e le chiede di prenotargli, come fosse un normale utente, una visita specialistica. La donna, stupita, gli risponde che non è il caso di seguire le vie ordinarie, poiché l’autorevolezza della carica gli consente di ottenere tutto subito e senza pagare alcun ticket. Ma lui, imperterrito, le risponde che è il caso di seguire le procedure comuni, perché si sente un cittadino come gli altri e con gli stessi diritti.

Un piccolo gesto ma da un sapore fortissimo, in un mondo dove il potere è arroganza e la raccomandazione una regola fissa. Di questo episodio, ovviamente, Poggi non ne fece mai menzione e non ne ha mai voluto parlare. A raccontarcelo fu una sua cugina di Calvizzano. E noi, a distanza di tanti anni, abbiamo voluto riproporla così com’è.

Il messaggio che inviò ai suoi amici in occasione dei suoi 80 anni

Voglio condividere con te la mia gioia di aver compiuto, oggi - 80 anni. Ringrazio Dio ed i miei genitori per avermi dato la vita,  sono grato a mia moglie ed  ai miei figli per averla condivisa supportandomi e sopportandomi nei cammini da me intrapresi. È stato bello incontrarti per un breve o lungo periodo nel  mio peregrinare perché mi sono  arricchito  con quanto mi hai dato con l'amicizia, l'affetto e la   stima . Da parte mia  ho cercato di darti quel poco che potevo. È tempo di bilanci. Ho cercato di fare bene, ma ho  fatto anche  tanti errori, causando talvolta dispiaceri. In coscienza ed in umiltà mi sento in sintonia con quanto Paolo di Tarso scriveva nella sua seconda lettera a Timoteo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho percorso la mia strada , ho conservato la fede  ( fedeltà a Cristo ed a quello in cui ho creduto )" . Ti abbraccio affettuosamente.

 

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