Salvatore Poerio, era di Marano il medico rivoluzionario della Repubblica partenopea del 1799

 

Fonte: Albero Geneaologico dei  Poerio di Marano, cugini del patriota Carlo Poerio

Il medico chirurgo Don Salvatore Giuseppe Sabbatino Poerio, figlio del Magnifico Castrense Sigismondo Stefano Poerio, Sindaco di Marano di Napoli, e cugino del barone Giuseppe Poerio, fu un fervente patriota e fautore della Repubblica Napoletana del 1799. Nella sua casa di Marano di Napoli si riunivano i patrioti che diedero vita alla Rivoluzione.

Gli autori Di Maria e Barleri hanno evidenziato che Salvatore Poerio fu arrestato come Reo di Stato per aver servito “nella truppa civica dell’infame Repubblica” finendo, a circa 31 anni, rinchiuso nel carcere di Aversa, pur professandosi innocente, «per non aver indossato alcuna divisa.»1
In conseguenza di ciò, il 26 ottobre 1799 gli furono sequestrati tutti i beni che possedeva a Marano e a Pozzuoli. Per tale fatto la madre, Agnese Cavallo, la moglie (M. Antonia Palmentieri) e i suoi tre figli si trovarono improvvisamente in un grave stato di indigenza.
Salvatore Poerio figura, insieme a Leopoldo Poerio (fratello minore del barone Giuseppe), risulta nell’elenco dei Rei di Stato condannati dalla Suprema Giunta;2
«Nota dei rei di Stato, finora condannati dalla Visita Generale delle Province di Terra di Lavoro, e Principato Citeriore, che sono stati già esiliati, ed esportati da’ Reali Dominj, colle rispettive filiazioni.»3

Si riporta di seguito la sua descrizione fisica:
«D. Salvatore Poerio della Terra di Marano, condannato ad anni due di esportazione fuori i Reali Domini, egli è dell’altezza di cinque piedi e quattro pulgate, faccia piena e lunga, naso grosso, bocca giusta, occhio cervone, capelli e ciglia castagno e barba giusta.»4
Leopoldo Poerio faceva parte invece di «coloro, che condannati dalla Suprema Giunta di Stato, sono stati esportati in Marsiglia sotto pena della morte nel caso che ritornassero nei Reali Dominj senza il Real Permesso.»5
«Leopoldo Poerio della città di Catanzaro figlio di Carlo e Gaetana Poerio, dell’età di anni 22. Statura cinque piedi e due linee, corporatura pienotto, faccia tonda e bruna e negra, occhi, cigli e capelli negri, con un neo nella guancia sinistra.»6

Sequestro dei beni di Salvatore Poerio
Ferdinando IV Re delle Due Sicilie, Gerusalemme .....7
Il Dottore Gennaro Mirabella Pro Regio Amministratore dei beni dei Rei di Stato del Ripartimento di questa Città di Pozzuoli, sua giurisdizione, luoghi a tenore dell'incarico ricevuto dall'amministrazione Generale dei suddetti beni. Giurati e Serventi di questa Real Corte di Pozzuoli, ed a qualsiasi altro a chi spetta, saprete, come dovendosi sequestrare tutti li beni, che possiede il Reo di Stato Salvatore Poerio della Terra di Marano, in questa giurisdizione di Pozzuoli.
Perciò farete ordine emendato alli detti debitori, di detto Salvatore, che tutte le quantità per essi dovute, e debende non li pagano a persona veruna, ma bensì a esso Pro Regio Amministratore Dottor Gennaro, di moneta sonante, contante, e fuori Banco giusta il Real Diploma de 20 novembre corrente anno 1799 rimesso al Regio Generale Amministratore, e dal medesimo comunicato ad esso Pro Regio Amministratore dall'incaricato Regio Signor Dottor Nicola Pagano sotto pena di reiterati pagamenti con esibire fra lo spazio di giorni quattro legali ricevi de pagamenti in potere di detto Pro Amministratore Dottor Germano, e saranno astrette ancor per lo pagamento.
Pozzuoli, 15 novembre 1799
Gennaro Mirabella, Notaio
Antonio Loffredo, Eletto

Nomina debitori
Vincenzo Maggiore:
Per causa di censo, per Territorio sito in Viticella Ducati 105.
e Fratelli Amodio:
Ducati 32 e quattro botti di vino per territorio sito in detto luogo, quale vino fu convenuto pagasi a ducati sette la botte e dell’Istrumento che in tutto compongono l’intiero censo di detti territori annui ducati 60.
Totale Ducati 165
Attestiamo noi sotti attuali Eletti di questa Ill.ma e Fedelissima Città di Pozzuoli, quale il detto sequestro fatto alle dette persone è stato fatto colla nostra intelligenza, per essere debitori, e reddenti per annualità del suddetto reo di Stato Salvatore Poerio di Marano sopra territori siti nella giurisdizione di questa città, nel luogo detto Viticella.
Ed oltre di questi finora non abbiamo notizia d'altri beni di detto reo di Stato Salvatore Poerio. Ed i testimoni del vero habbiamo fatta la presente, munita col nostro solito suggello.
Pozzuoli, 17 novembre 1799
Don Emmanuele Calone, Eletto
Gabriele Lucignani, Eletto
Giulio Loffredo, Eletto

Sequestro fatto dalla Corte di Marano a Salvatore Poerio
26 Ottobre 1799.8

Una casa con giardino sita a Marano nel luogo detto "lo Speziale” consistente in vari membri inferiori, e due superiori con varie comodità, e giardinetto accosto di quello di sua moglie.
Un territorio di moggia sei circa detto "alle corree" in detta Terra, affittato a Castrese lo Pennino (via Marano-Quarto, n.d.r.) per annui Ducati 95.
Altro territorio sito a Viticella, tenimento di Pozzuoli, in affit­to a Salvatore Amodio.
A mano sinistra per la quale si entra nella detta casa, vi è un basso, dentro del quale stà l'ingegno da premere le uve, appresso ad un altro basso con tinacci e vendemmia.
Un altro basso pieno di legna, e frasche. Legna Canne due, e fascine cento circa.
Appresso un casalino con porcello di valore Ducati 4.
Un altro basso ad uso di cellaio, dentro del quale vi son due fusti con vino rosso, non tutti pieni, mancanti ad un palmo e mezzo e nell'altro un palmo, quali vini, in tutti i due fusti può essere tre botti circa per ogni fusto.
Piretti di vetro tutti vuoti, grandi e piccoli Numero 15
Sei tavole di legno cauro.

Primo piano superiore
Nella stanza che si entra a mano destra due quadri grandi vecchi.
Appresso vi è una cucina nella quale si sono ritrovate: "Due caldaje di rame, una piccola ed una grossa, un cato ossia secchio, una conca, due bracieri, due tielle, due puzonetti, ed un bacile tutto di rame usato, che essendosi pesato con stadella si è ritrovato di peso rotola ventiquattro. Una catena di ferro per uso di fuoco, due gratiglie, due trepiedi, due valpore, un mortaio di rame, due buffette vecchie, due sedie di paglia vecchie".
Secondo piano superiore
nella prima stanza: due canterani vuoti, una scanzia con li seguenti libri: Teatro del Donzelli, Tricavelli, Vallesio, Caldono Tomo uno. Tre Turrini vecchi, Calapini di sette lingue Tomi due, Istero Tomi Quattro, Castelli, Dulitti, Dottrina Cristiana, Astrucchi da morbis venereis. La Crusca Tomi due, Munnicchi Tomo uno, Tortora opera chirurgica chirurgica fisica sperimentale Tomi due, Rollini Tomi tredici, R. Parnassi: Istero Prattica Ostetrica, Selvaggi Tomi due, alcuni libri di sole vecchi di niun momento.
Dalle mura sei quadri grandi rustici, sei sedie usate di paglia.
Seconda stanza: Burò a tre tiroli, con alcune robbe di creatu­re. Un letto consistente in quattro materazzi, due scanni di ferro, tavole, due lenzuoli, quattro cuscini, un cappotto vecchio per cover­ta, sei sedie di paglia color ceraso, connola di legno indirata per creatura. Tre quadri nelle mura.
Terza stanza: letto di Agnese Cavallo madre di detto Salvatore Poerio, un materazzo, un pagliericico, due scanni di ferro e lettie­ra, tre sedie vecchie, quattro quadretti vecchi, ed un quadro gran­detto.
Stanza a mano sinistra nel primo piano:
Due specchi grandi con pitture, tavolino dorato vecchio, sei pic­cole planche.
Seconda stanza:
Letti con scanni di ferro di detta Magnifica Agnese Cavallo, consistente in un materazzo, pagliericcio, due lenzuola, due cusci­ni, e coverta di bambace, tre sedie di paglia, una cascia di legno, altra cascia di legno colli panni vecchi della suddetta Agnese Cavallo, nelle mura sei quadri grandi e piccoli.
Terza Stanza: Un lavinaro vecchio vuoto, un quadro vecchio nelle mura. Quale casa con tutti li mobili suddetti, vino e altro, è stata consegnata al Maginifico Andrea Sciccone.
Marano, 17 Febbraio 1801

La supplica della madre di Don Salvatore Poerio per ottenere il dissequestro dei beni.9

La vedua Agnese Cavallo espone come nell'anno 1796, essendo trapassato il di lei marito Don Castrese Poerio, questi fece il suo ultimo testamento, il quale istituì sua erede usufruttuaria sua vita durante, la supplicante, nemmeno che il suo figlio Don Salvatore Poerio, siccome che dalla copia, che presentemente ravvisasi, ora la supplicante ha preinteso, che siasi proceduto al sequestro dei beni della Supplente con ordine del Sign. Don Gaetano Mirabella da Pozzuoli con esservi fatto ordine a Domenico Portoghese, che aves­se subito esibite quattro botte di vin ritratte dal personale Castrese Amodio, come anci al personale Andrea Sciccone, sull'appoggio che il predetto di lei figlio Don Salvatore servì la truppa civica del­l’infame Repubblica, ma senza divisa, per cui si presentò sponta­neamente nelle forze della G.C., per manifestare la sua innocenza, standosi oggi accapando l'informazione del Visitatore Generale.
«Eccellentissimo Signore, col detto sequestro, la povera supplen­te (Agnese Cavallo n.d.r.) discrepita non ha come fare, né come vivere, per cui nella certa sicurezza perirsi di fame, ma qualvolta le mancano gli giornalieri alimenti, e mancano eziandio al di lei figlio Don Salvatore, nem­meno, che alla sua moglie Donna Mariantonia Palmentieri, e tre suoi innocenti figli. A qual effetto ne ricorre dal G.V. supplicando di compiacersi ordinare al detto Mirabella, che sospenda il seque­stro ordinato, altrimenti la supplente perirà dalla fame col figlio, nipoti e nuore, e l'avrà a grazia.»

I beni confiscati a Salvatore Poerio non furono mai restituiti. Dalla Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie del 1844, risulta che i suoi terreni con la relativa Torre Poerio appartenevano al Primo Educandato Regina Isabella di Borbone di Napoli:

(N.°9145) Decreto che autorizza il primo Educandato Regina Isabella Borbone in Napoli a dare a censo a’ fratelli germani D. Cosimo e D. Damiano Assanti i due fondi rustici di sua pro­prietà; cioè quello denominalo Torre di Poerio in tenimento di Marano, della estensione dì cir­ca moggia trentadue, misura antica, o moggia legali centosessanta circa; e l’altro denominato Viticella in tenimento di Pianura, della esten­sione di circa moggia tre, misura antica, o cir­ca quindici moggia legali, il primo per l’annuo canone netto di ducati centodue, ed il secondo di ducati nove, giusta le subaste, ed a condizione di doversi eseguire delle migliorie pel valore di ducati cinquecento da rimanere in beneficio del padrone diretto in caso di devoluzione, restando a cura del Soprantendente di detto Educandato regolarne le cautele. (Napoli, 31 Dicembre 1844).

Fonte il Nuovo Monitore (articolo scritto da Anna Poerio Riverso)


Bibliografia
C. Palermo – A. Poerio Riverso, Carlo Poerio, illustre cittadino di Marano, Aversa (CE), MR Editore, 2014.
G. Barleri - G. Di Maria, Marano tra dominazioni e rivolte, Napoli, E.A. Veccia, 2003.



1 Di Maria G., Calvizzano 1799. La cattura dell'ammiraglio Francesco Caracciolo, op. postuma a Cura di Giuseppe Barleri, Ed. Comune di Calvizzano, 1999. Nel citato volume è pubblicata la supplica di Agnese Cavallo (madre di Salvatore Poerio) per ottenere il dissequestro dei beni da parte del giudice.  A.S.N. Rei di Stato, Terra di Lavoro, Pacco XVI.
Filiazione dei rei di Stato condannati dalla Suprema Giunta di Stato, e da’ Visitatori Generali, e a tempo ad essere asportati da’ Reali Dominj, Napoli, Nella Stamperia Reale MDCCC. Libro trovato su Google Libri da Anna Poerio.
3 Ivi, Parte II, p. 1.
4  Ivi, Parte II, p. 7.
5 Ivi, Parte I, p.1.
6 Ivi, Parte I, p. 55.
A.S.N. Rei di Stato Pacco XVI, doc. A. e doc. B, in Barleri G., MaranoTra dominazioni e rivolte: da Masaniello alla Repubblica Partenopea cit., pp.142 e 143.
8 A. S. N., Rei di Stato Pacco XI, in Di Maria G. – Barleri G., Calvizzano 1799 cit., pp. 103-104.
9 A. S. N., Rei di Stato, Pacco XI, in Di Maria G. – Barleri G., Marano. Tra dominazioni e rivolte cit., pp. 104-105.


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