Napoli, “Vallone S. Rocco”: l’alveo più importante che percorre il territorio della città. Un luogo famoso per alcune leggende

                                    

Dalla pagina facebook di Pasquale Liccardo, maranese, archeologo e guida turistica

L'alveo più importante che percorre il territorio della Città è il “Vallone San Rocco:

va dai Camaldoli fino a Miano e lambisce la collina di Capodimonte.

Purtroppo oggi non sono riuscito a trovare una via per raggiungere il fondo, ma forse è meglio così.

Nonostante la vegetazione lussureggiante il Vallone, purtroppo, come tutte le cavità della Città, è stato teatro di parecchi sversamenti di rifiuti, inoltre le acque che vi scorrono sono di dubbia provenienza.

Eppure il Vallone è uno di quei posti della meta-Napoli che non ti aspetti.

Oltre al gran numero di cave monumentali scavate lungo le pareti della valle, il luogo è famoso per le leggende.

Una di queste, forse di origine medievale, parla di un mostruoso cinghiale, di origine infernale, che terrorizzava gli abitanti della zona.

Anche ai Decumani, nella zona della Pietrasanta, un tempo apparivano, di notte, dei suini mostruosi tanto che il vescovo Pomponio dovette edificare una chiesa sulle rovine del Tempio di Diana per cacciare i mostri.

La chiesa fu dedicata alla Vergine e oggi la conosciamo come Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.

Del demonio del Vallone si sa poco, ma certamente il suino deve competere con un'altra apparizione: una carrozza fantasma!

Il Re Ferdinando II, per agevolare la vita dei Mianesi, fece costruire un ponte per scavalcare il Vallone, agevolando le comunicazioni fra il Casale e Capodimonte.

Il Ponte c'è ancora, si chiama Bellaria e si intravede in foto.

Poiché Miano si trovò collegata ad un quartiere "signorile", molti benestanti della città cominciarono a costruire tutta una serie di residenze nel territorio del vecchio casale e il ponte era un ottimo modo per ritornare in centro, eppure qualche incidente ci deve essere stato, tanto che il popolo di Miano parla della pazzia di un ricco capofamiglia che si suicidò gettandosi dal ponte mentre conduceva una carrozza su cui erano presenti tutti i suoi familiari che il folle volle portarsi con sé.

I Mianesi dicono di aver visto almeno una volta una vecchia carrozza al crepuscolo o nelle ore più calde della giornata, quando il più tangibile spettro del traffico non c'è.

Il Ponte di Bellaria, nonostante la sua fama, resta la Mergellina degli abitanti della periferia nord.

Infatti, in estate molti mianesi e chiaianesi vanno sul ponte a godersi dell'aria più fresca e ricca d'ossigeno che risale dal Vallone sottostante.

Fino a non molto tempo fa vedevi i ragazzi che giocavano a pallone mentre improvvisati venditori di nocelle e bibite offrivano i loro prodotti a gruppi di pensionati che si portavano sdraio e tavolini per organizzare la partita a stoppa.

Un ponte dove la gente possa giocare, mangiare e incontrarsi, direbbe qualcuno.

 

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