Dal libro di Peppe Barleri “Chiese e
Cappelle Minori a Marano di Napoli (terza parte)
Marano, 15 maggio 1771
“Essendo sorta una contesa tra Giuseppe Maria
Curiscevicchia, il Rev. Parroco D. Santolo di Lanno e alcuni Amministratori
comunali di Marano sostenevano di avere il diritto di amministrazione dei
redditi e dei beni di detta Cappella, e di nomina degli amministratori per i
singoli anni, in seguito al ricorso della Regia Maestà con il duplice documento
del 28 giugno 1749 e del 24 gennaio 1750, con decreto del Tribunale Misto, la
decisione fu che il Parroco e il Comune non avevano alcun diritto sui beni
temporali per l’amministrazione e per la nomina degli amministratori della
citata Cappella e che perciò, sotto regia imposizione, in futuro non avrebbero
arrecato alcuna molestia ai detti eremiti e così si decretò che il decreto
fosse eseguito per mezzo del Commissario di Campagna. Gli atti sono conservati
presso l’Archivio Diocesano di Napoli, nelle Visite Pastorali, e presso l’Archivio
di stato, nel Protocollo del notaio Pietro Coppola di Marano.
A tale scopo, fra Giuseppe Maria il 15 maggio 1751
fece murare una lapide all’interno della Cappella, affinché il ricordo di
queste cose, per l’ingiuria dei tempi non fosse cancellato”.
Lapide murata nella Cappella |