“Il migliore che abbia avuto Marano”, secondo l’ex dirigente Luigi De Biase. “Pure il prefetto Reppucci – aggiunge – è stato un bravo Commissario, aperto al dialogo, anche se viene ricordato per qualche errore commesso e non per i pregi”
Una donna minuta, ma con un carico di energia enorme (chi l’ha frequentata la definisce anche molto umana e religiosa): sfatò sicuramente il mito negativo di un commissario prefettizio che, anche se bravo, è sempre lontano dai cittadini, in quanto carica non elettiva. Tramonti, a Marano, andò oltre: non si limitò a gestire l’ordinario, ma realizzò cose straordinarie, facendole fare anche a dirigenti, responsabili di settore e impiegati. I risultati furono ben visibili. Era presente tutti i giorni al Comune (cosa rara per gli altri Commissari), lavorando il più delle volte, anche dodici ore consecutive. Affrontò, con piglio e determinazione, problemi atavici (risolvendone gran parte), tra cui la difficilissima situazione economico-finanziaria dell’ente: prima che lei si insediasse, il dissesto finanziario era quasi una certezza, poi i conti migliorarono e lo spettro del crack finanziario si allontanò definitivamente. Poi è ritornato di nuovo, ma non per colpa sua. I risparmi che ottenne in tutti i settori furono enormi, per non parlare dei fitti che, prima del suo avvento, svenarono le casse del Comune, mentre lei dimostrò che, con un po’ di oculatezza, si sarebbero potuti evitare già da diversi anni prima, in virtù del fatto che il Comune disponeva di altre sedi dove poter allocare gli uffici.
Tramonti scoperchiò diverse pentole che alimentavano il malaffare: ripristinò la legalità. Perciò, il giornale L’attesa, che all’epoca dominava nel panorama dell’informazione locale, propose all'amministrazione che si sarebbe insediata di conferirle la cittadinanza onoraria, il modo migliore per ringraziarla dell’ottimo lavoro svolto. Cosa che, però, non è mai avvenuta.
In quel periodo, l’unico ad avere le idee chiare sul da farsi era il dirigente Luigi De Biase
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