Esclusiva Calvizzanoweb, copia della “compra” del feudo di Calvizzano da parte del Barone Francesco Carnero: risale al 1669

 

Nel 1669 Don Francesco Carnero acquistò il feudo di Calvizzano e ne divenne Barone. Il rogito era conservato a casa del grande sac. Prof. Raffaele Galiero, autore di due libri su Calvizzano. Alla sua morte, il patrimonio storico- archeologico di casa Galiero, tra cui 44 reperti archeologici, venne custodito dalla sua perpetua, Antonietta Mauriello, meglio conosciuta come “Ntunettella du professor Galiero", fino al 19 febbraio 1990,  quando furono prelevati, in seguito a un’ispezione degli ufficiali ed agenti di Polizia Giudiziaria appartenenti al Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli incaricati dalla Procura della Repubblica (ne abbiamo parlato in un recente articolo), e trasportati nei depositi della Soprintendenza. Tutti i cimeli cartacei, invece, qualche anno fa, sono stati consegnati da una delle nipote della perpetua, all’architetto Maria Luisa Sabatino e al giovane Emanuele Ferrillo, appassionato di storia locale, ed ora sono ben custoditi nella parrocchia San Giacomo, pronti per essere collocati nel Museo Parrocchiale.

 

La nipote della perpetua del sacerdote Galiero consegna la copia dell'acquisto del Feudo di Calvizzano a Emanuele Ferrillo

D. Francesco Carnero, Barone di Calvizzano nel 1669


Dal primo libro del sac. Prof. Raffaele Galiero “Calvizzano- dalle remote origini al IX anno del Littorio

Annotazione del prof. Galiero segnata sulla penultima pagina della copia dell'atto di acquisto del Feudo 

D. Francesco Carnero proveniva da famiglia assai nota nei regni di Castiglia di Granata e del Portogallo, ricca di tutti gli ordini di Cavalleria di Spagna.

Era cavaliere dell’abito di S.Giacomo, consigliere collaterale dello stato di guerra e Maestro di Campo del Terzo di Napoli e della fanteria spagnuola della città e del regno.

Il 17 novembre 1654, il Carnero, a capo del reggimento spagnuolo, insieme alle truppe del generale Della Gatta, mosse contro i Francesi, i quali, capitanati dal duca di Guisa, vinti in quello stesso giorno, s’erano trincerati in Castellammare di Stabia.

Unito in matrimonio con la nobile spanuola D. Giuseppa Zufia di Quintano, figlia di D. Bernardo Diego, Marchese di Matonte e Presidente del Sacro Consiglio, ebbe sei figli: Antonio, Didaco, Giuseppe, Margherita, Anna maria e Barbara.

Non sappiamo per quale ragioni egli conosceva e forse abitava a Calvizzano. E’ certo che ne beneficò i cittadini e furono appunto le sue benemerenze che lo fecero eleggere, unanimemente, Signore del casale.

Avvenuta la compra ed ottenuto il R. Assenso, ne prese possesso il primo ottobre 1669, ricevendo l’ubbidienza dei suoi sudditi e passeggiando per le vie di esso, senza che alcuno gli contrastasse il suo diritto.

Avendo soddisfatto al pagamento della somma stabilita, fece istanza ed ottenne che il Precettore di terra di Lavoro, non mostrasse più l’Università per l’annualità di ducati 502. Sventuratamente la morte non gli concesse molto tempo per poter eseguire tutte le condizioni contrattuali. Nella prima metà di gennaio 1670 gli toglieva l’esistenza, forse ancora immatura.

 

Visualizzazioni della settimana