Calvizzano, revisione piano urbanistico: in sintonia con il pensiero del prof. Michelangelo Russo, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli
Manifesto affisso nel 2014: gli unici calendari che conobbero i cittadini furono quelli distribuiti a Natale di quell'anno dagli esercizi commerciali |
Ecco alcuni passaggi di un suo articolo, pubblicato qualche anno fa dal
quotidiano “la Repubblica-Napoli”. Un pensiero autorevole che
condividiamo anche nelle virgole
“Il futuro
della città (si parla di Napoli, ma il concetto vale anche per Calvizzano,
Marano e qualsiasi altra realtà della cintura metropolitana) si gioca
sulla capacità di modificarne il suo stesso corpo, nell’instabile equilibrio
tra innovazione e valori della storia, in una condizione di palese ritardo
accumulato nel contrastare i rischi globali – prima di tutto il climate
change (cambiamento climatico) – per la sicurezza, lo sviluppo e la
qualità dello spazio urbano. Pandemia, cambiamenti climatici, rischi
territoriali, diseguaglianza e marginalità sociale reclamano con forza un
ritorno alla pianificazione come attitudine istituzionale al progetto,
improntata sull’ascolto dei soggetti più deboli e fragili…( ). Occorre un
progetto che sia in grado innanzitutto di lavorare sulle reti: la rete della
mobilità, con il potenziamento del trasporto pubblico integrato con lo spazio
aperto e pedonale; le reti ecologiche, per limitare la frammentazione
ambientale; le reti del welfare, per rilanciare i servizi assenti; le reti
energetiche, per una produzione ed un uso dell’energia in forma innovativa.
L’incrocio di queste reti è la città pubblica, bene comune da consolidare con
strategie di sviluppo ecologico e non dissipativo, per una nuova qualità dello
spazio sociale e urbano…( ). Una nuova urbanistica sarà il riferimento per
indirizzare interventi e progetti per una città più vivibile ed equa, volti
alla cura degli spazi pubblici e dei parchi urbani, dei servizi e della
mobilità sostenibile, in cui attivare un nuovo senso di appartenenza, nelle
parti storiche come nei luoghi dimenticati e marginali del periurbano e delle
periferie: un progetto politico in grado di arrivare a tutti, di creare
collaborazioni e sinergie, di co-produrre un’idea aperta e condivisa di futuro”.
Il futuro di Calvizzano
va deciso attraverso incontri con la cittadinanza (come era scritto in
manifesti affissi sui muri del paese diversi anni fa), finalizzati ad ascoltare
e comprendere per via diretta le esigenze attese, i fabbisogni dei cittadini e
delle organizzazioni locali. Ora per riparare agli “errori” occorrerebbe una
revisione generale del puc, essendo trascorsi più di tre anni dalla sua
approvazione: il sindaco, stando alle sue parole e ai fatti (come primo passo
ha convocato per il 5 dicembre i consiglieri di maggioranza e minoranza)
sembrerebbe disposto ad attuarla.