Il Gattopardo villaricchese: tutto cambia perché nulla cambi? E si vocifera che alcuni eletti nelle fila dell’opposizione già sarebbero pronti a passare in maggioranza
Riproponiamo un articolo scritto già
diverse volte, con la speranza che qualcosa cambi realmente, dopo le amministrative di Calvizzano, di
Marano, di Mugnano, i territori di cui ci occupiamo prevalentemente. Calzerebbe
a pennello anche per Villaricca, dove si è votato il 22 e il 23 ottobre
Il Gattopardo è un romanzo scritto
da Giuseppe Tomasi di Lampedusa. pubblicato nel 1958, dopo la sua morte.
L'autore trasse ispirazione da vicende della sua antica famiglia e, in
particolare, dalla vita del suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di
Lampedusa, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento. Il nome del romanzo ha
l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi e il libro si spira alla vita
dell'antenato dello stesso autore, che nel romanzo diventa il Principe Fabrizio
Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel
feudo agrigentino di Donnafugata, che altro non è che il paese di Palma di
Montechiaro). Nel maggio 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, Don
Fabrizio assiste con distacco e con malinconia alla fine del suo ceto. Don
Fabrizio, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal
nipote Tancredi, che, pur combattendo nelle file garibaldine, cerca di far
volgere gli eventi a proprio vantaggio. Quando, come tutti gli anni, il
principe con tutta la famiglia si reca nella residenza estiva di Donnafugata,
trova come nuovo sindaco del paese Calogero Sedara, un borghese di umili
origini, rozzo e poco istruito, che si è arricchito ed ha fatto carriera in
campo politico. È Tancredi Falconeri, nel comunicare al Principe la decisione
di unirsi alle truppe piemontesi, che dice la famosa frase: "Se
vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!"
Basta rileggersi il romanzo di
Tomasi Lampedusa per capire quanto sia verosimile l'accostamento della
trama del libro con la realtà quotidiana che ci circonda. Già, perché nei
nostri territori della cosiddetta bistrattata periferia del malessere,
qualunque cosa accada, soprattutto negli ultimi tempi, è come se non fosse mai
accaduta. E’ una sorta di maledizione. Villaricca è un po’ come Marano:
sono accomunate dallo scioglimento dei rispettivi consigli comunali per camorra,
e dal dissesto finanziario, in entrambe, come diceva un grande scrittore, tutto
muore senza che nessuno se ne accorga. Lavoro fantasma, degrado, opere
incompiute, discariche da bonificare, strade dissestate e chi più ne ha più ne
metta. Insomma, il parterre delle emergenze è lungo e nessuno finora si è
preoccupato di invertire il trend.
Per non parlare della politica. In
una città dove stenta a decollare una classe dirigente nuova, dove c’è in
abbondanza la moda degli ex, dei riciclati, pronti a salire oggi sul carro
della maggioranza, come appena ieri, su quello dell’opposizione. E viceversa.
Ognuno è un ex qualcosa. E, in quanto tale, accoglie universalmente in un
abbraccio gattopardesco gli altri ex. Gli esempi, in tal senso, non mancano.
Quanti politici hanno cambiato casacca e personalità? Stando agli accreditati
rumors alcuni eletti nelle fila dell’opposizione già sarebbero pronti a passare
in maggioranza, proprio come è avvenuto recentemente a Marano e, alcuni anni fa, a
Calvizzano. Ma non importa, tanto le
brutte figure vengono presto dimenticate: l’importante è trovarsi al posto
giusto nel momento giusto. Basti pensare all’aforisma di Giulio Andreotti
sempre di moda: “Il potere logora chi non ce l’ha”.
Ma se questi sono gli scenari, come
potranno i giovani, che dovrebbero essere gli amministratori del futuro,
avvicinarsi alla politica. Allora? Meglio scappare via o restare e combattere?
Noi siamo favorevoli allo slogan
restare per cambiare. Allora bisogna combattere, ma, per farlo concretamente,
occorre una rivolta interiore, operata su se stessi. Il cambiamento, come
scrive Alberto Fraccacreta sulla rivista online “Succedeoggi”, a proposito di
“Nuovo Gattopardismo”, deve avvenire all’interno, occupando le parti interiori
della nostra anima come l’acqua occupa un recipiente, perché, passata la
sbornia dei proclami, davvero tutto rimane com’è. Ecco il duplice significato:
“se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è tutto
può cambiare interiormente. Questo è il cuore di ogni reale rivoluzione, e, in
un paese conservatore come Villaricca, tante persone forse non l’hanno ancora
capito, altri, invece, sono ben consapevoli di questo concetto, ma restano
inerti per non scalfire i loro interessi.