Venerdì primo settembre conferenza stampa di presentazione delle sei “Tele dei Miracoli”: verranno collocate nella Cappella San Castrese, patrono della città di Marano
Insieme al maestro Antonio de Chiara, l’artista
che ha realizzato le tele, e al parroco don Luigi Merluzzo, saranno presenti il
professore Vincenzo Palumbo, docente di pittura presso l’Accademia di Belle
Arti di Napoli e la storica dell’arte Maria Cristina Murgo, moderati da Angela
Mallardo
Venerdì 1° settembre 2023, ore 11. 30, presso il salone del Santo Rosario della parrocchia San Castrese di Marano si svolgerà una conferenza stampa di presentazione delle sei “TELE DEI MIRACOLI”, realizzate dal maestro Antonio de Chiara, che saranno collocate nella cappella del Santo Partono San Castrese nelle sei cornici che contenevano altrettanti quadri trafugati alcuni decenni fa.
Insieme all’artista e al parroco don Luigi Merluzzo,
saranno presenti il professore Vincenzo Palumbo, docente di pittura presso
l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la storica dell’arte Maria Cristina Murgo
moderati da Angela Mallardo.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, al termine della
solenne celebrazione eucaristica delle ore 19.00, presieduta dal vescovo
Ausiliare Michele Autuoro, avverrà lo svelamento e la benedizione delle tele
che completeranno e renderanno ancora più preziosa la storica cappella del
patrono. Le sei TELE DEI MIRACOLI riproducono alcuni prodigi attribuiti al Santo
che riguardano la città di Marano, avvenuti dalla seconda metà del Seicento
alla seconda metà del Novecento, per alcuni dei quali esistono testimonianze
scritte nell’Archivio storico parrocchiale e per gli altri la ricostruzione dei
fatti è avvenuta mediante testimonianze orali. I temi dei miracoli vanno dalle
richieste popolari di intercessioni per scongiurare i danni provocati dall’
eruzione del Vesuvio, dal bradisismo e dalla siccità, fino alle grazie ricevute
da singole persone salvate da apparizioni del santo o sogni in cui il patrono
ha scongiurato la morte di un soldato della seconda guerra mondiale, ha salvato
un gruppo di ragazze dallo smarrimento in mare, ha impedito l’arresto,
ingiusto, di un padre di famiglia.
Bio dell’artista Antonio de Chiara
I temi delle TELE DEI MIRACOLI
ERUZIONE VESUVIO
In una delle tante eruzioni del Vesuvio la cenere
espulsa oscurò per molti giorni il cielo della città di Napoli e provincia
(compresa Marano) e le persone per svolgere le loro attività dovevano usare le
lanterne ad olio perché non esisteva ancora la luce artificiale. Le attività
del territorio, agricoltura, artigianato e l’estrazione del tufo dalle cave, si
dovettero fermare per l’oscurità. Il popolo esausto capì la necessità di un
atto di fede e si affidò a San Castrese. Bastò muovere la statua verso l’uscita
della chiesa che appena fu sul sagrato il buio si squarciò, un raggio di sole
illuminò il busto del Santo e il cielo cominciò a diventare sempre più limpido
e luminoso come era naturale che fosse.
BRADISISMO
Il nostro territorio, situato tra le città di Napoli e
Pozzuoli, rientra nei Campi Flegrei dove si verifica il fenomeno del Bradisismo
e frequenti terremoti. Nel 1688, durante uno sciame sismico, i fedeli
iniziarono ad invocare continuativamente l’intercessione di San Castrese e il 5
giugno 1688, quando si verificò una tremenda scossa che danneggiò molto tutti i
comuni limitrofi, Marano non subì alcun danno.
SICCITÀ
Marano ha storicamente una vocazione agricola. Alla
fine del seicento si verificò un lungo periodo di siccità, non piovve per anni,
i pozzi erano secchi con grande sofferenza della popolazione, degli animali
allevati e delle piante sia selvatiche che coltivate che cominciarono a morire,
rendendo la situazione insostenibile. Era il 19 luglio 1693 quando a furor di
popolo si decise di compiere una lunga processione con il Santo lungo le strade
cittadine e improvvisamente, con grande stupore dei fedeli, senza preavviso di
tuoni, fulmini o nuvole, cominciò a scendere una copiosa pioggia che risollevò
le sorti della città.
SOLDATO
Durante la seconda guerra mondiale un soldato maranese
impegnato in Nord Africa nell’assedio di Tobruch , essendo devotissimo di San
Castrese gli rivolgeva frequenti preghiere. Una volta erano in quattro in un
bunker, il soldato si appisolò e gli venne in sogno San Castrese che lo avvertì
di uscire subito dal bunker perché sarebbe stato bombardato. Due dei
commilitoni (uno dei quali era di Calvizzano) lo seguirono fuori dal bunker
mentre il quarto li prendeva in giro e non volle uscire restando ucciso
nell’esplosione. Consapevole di essere stato graziato, scrisse una commossa
lettera alla famiglia raccontando l’accaduto. Successivamente venne fatto
prigioniero dagli inglesi e mentre era in cella il soldato cucì a mano un
quadro con l’effige di San Castrese che si conserva ancora oggi. Un nipote del
soldato è attualmente socio dell’associazione San Castrese che opera in
parrocchia e rappresenta un fiero testimone della prodigiosa vicenda accaduta
al nonno, un evento miracoloso tramandato fino a pochi anni fa anche dal
commilitone di Calvizzano.
PESCATORE
Un gruppo di amiche di Posillipo decisero di fare una
gita in barca e distrattamente si allontanarono troppo dalla riva perdendo ogni
punto di riferimento. Più il tempo trascorreva, più aumentava la paura anche
perché non passavano altre barche che avrebbero potuto prestare loro soccorso.
Erano terrorizzate, quando si avvicinò a loro una barchetta con un vecchietto
dalla lunga barba bianca e disse loro di non avere paura ma di seguirlo perché
le avrebbe riaccompagnate a riva. Giunte faticosamente al molo da dove erano
partite, si girarono per ringraziare il vecchietto ma erano spariti sia lui che
la sua barca con grande stupore delle ragazze che non hanno mai smesso di
domandarsi come sia potuto succedere. Anni dopo una delle ragazze, Maria,
dovendosi sposare, lasciò Posillipo dove gli appartamenti erano troppo cari e
cercò casa in provincia non senza difficoltà, finchè da alcuni amici fu
indirizzata a Marano, città in espansione proprio grazie alla grande domanda di
abitazioni a buon mercato da parte delle famiglie napoletane. Trovò casa nel
centro storico a pochi passi dalla parrocchia san Castrese e quando entrò in
chiesa per la prima volta, nei lineamenti della statua del santo riconobbe il
vecchietto che le aveva salvate in mare. Inoltre, durante un pellegrinaggio a
Castelvolturno, luogo dello sbarco del santo nel IV secolo d.C., la signora
Maria passeggiando nei pressi del fiume vide e riconobbe la barchetta del
vecchietto che era attraccata lì da tantissimi anni. La signora Maria è vissuta
oltre cento anni senza perdere occasione di raccontare il prodigio di cui era
stata protagonista.
BAMBINA
Negli anni ’50 del secolo scorso, un uomo che lavorava
nella polizia di Stato, il giorno della festa di San Castrese aveva perso la
pistola d’ordinanza e la cercava freneticamente senza esito. Poiché aveva
appuntamento con la moglie per partecipare alla celebrazione eucaristica in
onore del santo patrono, le confidò che rischiava la galera se non l’avesse
trovata dicendole che se non fosse tornato in tempo per la messa significava
che era stato arrestato. La figlioletta che si trovava nella sua camera e non
sapeva niente dell’accaduto, ebbe l’apparizione di san Castrese che le rivelò
il luogo dove era nascosta la pistola: sotto il sedile dell’auto. La bambina lo
confidò al padre e la pistola era proprio lì, così la famigliola partecipò con
gioia alla Santa celebrazione, testimoniando la grazia ricevuta.
Per ulteriori informazioni: Angela Mallardo 333478190
Nota stampa
Le Tele dei Miracoli” verranno collocate nelle
sei cornici che contenevano altrettanti quadri trafugati alcuni decenni fa