Marano, il disastro ambientale ed il danno alla salute pubblica: Stefania Fanelli risponde all'amico Dott. Pietro Gagliardi
Leggendo con molta attenzione il comunicato del Dott.
Pietro Gagliardi, con il quale siamo in piena sintonia anche in merito alle
problematiche relative all'inquinamento elettromagnetico, posso affermare che i
temi da lui posti sono centrali del
nostro programma ma soprattutto del mio impegno civile e politico di una vita. Anche
per questo motivo il Dott. Pietro Gagliardi, persona sensibile alle problematiche
ambientali e culturali, è al nostro fianco
in questo percorso che mi vede candidata alla guida della città.
E' un impegno che non solo ci assumiamo come squadra ma posso affermare senza ombra di smentita che me ne
sono occupata con azioni continue di denuncia e proposta-
E' importante aggiungere a quanto sottolinea il Dott.
Gagliardi che una sentenza storica sancisce
che C’è un nesso causale tra l’insorgenza di tumori nell’area della
cosiddetta Terra dei Fuochi e la presenza di siti abusivi di rifiuti. Lo dice
il rapporto conclusivo dei lavori dell’accordo che la Procura di Napoli Nord –
l’ufficio giudiziario ha sede ad Aversa (Caserta) – stipulò nel giugno 2016 con
l’Istituto Superiore di Sanità. C’è una relazione causale, o anche di concausa,
tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati sul territorio dei comuni
delle province di Napoli e Caserta ricompresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi
e l’insorgenza di alcune patologie, come il tumore alla mammella, l’asma, le
varie forme di leucemie, le malformazioni congenite. Il dato, tanto atteso da
cittadini e comitati, che finora era solo un’ipotesi degli scienziati, è stato
dunque confermato. La procura di Napoli Nord conferma quello che i comitati
ambientalisti , di cui faccio parte da sempre, hanno denunciato per anni- Alla
Discarica di Chiaiano va aggiunto il disastro della Cava Liccardo- Oggetto di
denunce e sopralluoghi ed anche di una mia audizione nella Commissione speciale
d'inchiesta sui rifiuti al Senato- Una discarica abusiva che ciclicamente emana fumarole che i
cittadini negli anni hanno denunciato. Abbiamo più volte chiesto la
caratterizzazione dei suoli propedeutica alla bonifica del sito a seguito di
un'indagine ispettiva dal quale si evinceva lo stato di abbandono in cui persisteva, e persiste, la gestione
del sito, con tratti di membrana
hdpe lacerata e bruciata che
usciva da pezzi di suolo, mancanza di sistema di recupero di biogas, sistema di
drenaggio ed impermeabilizzazione inadeguata
non gestita- Una discarica
abusiva dichiarata tale anche da una sentenza. In consiglio comunale presentai
una mozione, ed anche su questo dovrà concentrarsi il nostro impegno, affinché si
convocasse la conferenza dei servizi con
la Regione Campania, poiché, in
virtù del piano regionale per le
bonifiche, allegato 10 art. 17 comma 7,
per i Comuni in dissesto è la
Regione Campania che è
tenuta a procedere con gli interventi ai sensi
del richiamato art.250 del D. Lgs
152 / 06 in quanto il comune aveva comunicato
lo stato di dissesto finanziario
ai sensi dell'allegato 10 del piano regionale per le bonifiche art.17
comma 6 e quindi dell'impossibilità nel procedere
con gli interventi di bonifica e ripristino ambientale
A questo si aggiunge il disastro ambientale relativo
all'inquinamento dell'Alveo dei Camaldoli che richiede l'immediato completamento della rete fognaria ma
altresi' urgenti interventi di bonifica e naturalizzazione - Ecco perchè i
cittadini avvertono continui odori nauseabondi- Tanti i
sopralluoghi effettuati a seguito delle denunce del direttore di Calvizzanoweb,
sui canali minori dell'alveo dei Camaldoli.
L' Alveo dei Camaldoli, quel solco naturale che nasceva per raccogliere
le acque piovane ed irrorare i campi agricoli, è divenuto, grazie alle attività
criminali dell’ abusivismo edilizio e delle attività produttive illegali, il
collettore degli scarichi abusivi che arrivano fino al nostro mare del litorale
flegreo.
Una vera e propria fogna a cielo aperto tra acque nere
domestiche e sversamenti abusivi di ogni tipo di rifiuto.
Durante il
sopralluogo partimmo da quel pezzo di Alveo tra Marano e Mugnano ( lato Marano nei pressi dello stadio Nuvoletta
) che, a causa di un tratto tombato ad ogni pioggia esonda emanando odori
nauseabondi. L’ aria è irrespirabile.
Rilevammo
alcuni aspetti sopraggiunti rispetto ai sopralluoghi precedenti.
Una massiccia
cementificazione ( che è già
inaccettabile nella regimentazione dei corsi D'ACQUA) che devia
una quota sostanziale di acqua ,che dal colore e dagli odori nauseabondi
è sicuramente fognaria, in un tunnel che
immaginiamo vada a collettarsi più a valle dell'alveo lasciando il corso
principale tombato nel cemento
dell'alveo non utilizzato. Perché?
Avevamo chiesto all'Amministrazione innanzitutto la natura di quell'acqua
deviata. Se trattasi di fogna ed è a cielo
aperto è illegale ed espone la
cittadinanza a gravi rischi sanitari. Avevamo chiesto inoltre, visto altri scarichi illegali che si
evidenziavano come questa acqua fosse catalogata, come acqua bianca. Credevamo
di no e se mai l'Arpac avesse fatto sopralluogo- Di quegli odori nauseabondi ne
feci regolare denuncia alla Compagnia dei Carabinieri di Marano -
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A pochi metri di fronte ci siamo trovati sul territorio di Mugnano.
Quel solco naturale
tra acque bianche e nere. Si evidenziava un differente modo di gestione
dell' alveo.
Erano stati stanziati dal Ministero dell’ ambiente 1
milione e 750.000 per la riqualificazione ma, a tutt’ oggi, del bando di gara
nulla si è più saputo da parte dell’ amministrazione comunale.
Quando parliamo di bonifica e riqualificazione
intendiamo intervenenti di
rinaturalizzazione e non pezzi di cemento
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Ci spostammo poi in un altro pezzo di solco naturale: vallone Defrido. Il
prolungamento del Vallone di Fossa del Carmine che si ricongiunge all' alveo
dei Camaldoli.
Un pezzo apparve
aperto ed un pezzo tombato , addirittura un tubo di scarico tombato da
cui fuoriesce acqua schiumata e gli odori nauseabondi non lasciano spazi a
margini di dubbi: fogne a cielo aperto.
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Ricongiungendoci al Vallone di Fossa del Carmine che attraversa i Comuni di
Marano ( partendo da via Corree di sotto ) e Calvizzano si presentava uno scenario che anche qui non lasciava spazi a dubbi. Liquami neri e rifiuti.
L’intero percorso tra pezzi di canali tombati, liquami
neri, schiuma bianca, rifiuti speciali ha evidenziato un disastro ambientale
che grida giustizia.
Questa terra non può continuare a morire . Liberiamo
la terra, l’ acqua e l’ aria che i criminali continuano ad avvelenare.
Ai Comuni abbiamo sempre chiesto di intervenire
affinché si dotino di collettori
fognari; si chiarisca la natura delle acque, si intervenga, come in parte si è iniziato sugli "sversatori
abusivi"
Alla Regione il Compito di organizzare una conferenza
dei servizi con i Comuni coinvolti per intervenire in maniera congiunta per le
opere di bonifica e rinaturalizzazione.
Più volte ho lanciato appello ai Sindaci dell'area
Nord di NAPOLI, ed è tutto ampiamente documentato, di costruire in modo corale
un'azione congiunta contro l'interramento e la combustione dei rifiuti -
Intanto presso gli uffici comunali continuiamo senza
sosta a seguire il percorso per
l'accensione delle telecamere installate a seguito del progetto TERRA DEI
FUOCHI- Progetto che ne ha visto la realizzazione grazie all'impegno costante
di controllo e pressione effettuato dalla sottoscritta unitamente a gruppo di
cittadini-
Condivido in pieno l'idea di un' indagine e mappatura
epidemiologica perchè non puo' esistere giustizia sociale senza giustizia
ambientale-
Stefania Fanelli, Candidata Sindaco
Coalizione I CENTO PASSI