Napoli e il suo hinterland, città sovrappopolate con servizi sottodimensionati: “urge ripensare a nuovi modelli di vita”

 


Il vino presente in una damigiana di 54 litri, posta ad un livello superiore rispetto al terreno, passando attraverso un imbuto per giungere in una bottiglia di 3/4 di litro, appoggiata a terra, produrrà sempre un ingorgo ed una successiva fuoriuscita del nettare d'uva oltre il collo della bottiglia: questa è l'immagine che si rappresenta nella mia mente quanto penso a Napoli e l'hinterland.

Abbiamo città sovrappopolate con servizi sottodimensionati, minuscole strade che sono nate dopo i palazzi (che si stagliano impietosi su di esse), un settore commerciale che rischia la scomparsa, una classe dirigente che ad oggi ha fallito il compito dello sviluppo del territorio e un modello urbanistico figlio di una mancata programmazione misto ad un abusivismo dilagante.

La strada per vedere un miglioramento reale è lunga e tortuosa, ma per percorrerla abbiamo l'arduo compito di ripensare a nuovi modelli di vita, che abbiano al centro il concetto di sostenibilità.

Il primo passo in questa direzione potrebbe essere quello di ottimizzare i trasporti attraverso modelli di sharing di auto elettriche, con partenza dai comuni della periferia e stazionamento presso le fermate di partenza delle stazioni di metropolitana, cumana e circumflegrea. Sulla scia di questo approccio si potrebbe valutare l'idea di un servizio di e-bike, nella stessa direzione dei flussi centripeti, con possibilità di abbonamenti mensili agevolati per studenti e lavoratori pendolari, convenzionati con parcheggi privati del centro città e dei parcheggi dell'ANM.

Ripensare alla mobilità, prendendo in considerazione nuovi mezzi di trasporto, favorendo quelli a basse emissioni  di CO2 a danno del classica mobilità individuale, oltre ad avere notevoli impatti sull'ambiente potrebbe aiutare a decongestionare il traffico cittadino, soprattutto se coordinato con una strategia di investimenti nel trasporto pubblico locale (TPL).

In ultimo la trasformazione della mobilità passa inevitabilmente per le modifiche sia dell'assetto viario, attraverso la costruzione, laddove possibile, di piste ciclabili - che sogno una pista ciclabile che ripercorra l'intero tratto dell'ex alifana - e di corsie preferenziali per i mezzi del TPL.

Giuseppe Cerullo

 

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