Salviamo l’antica villa-masseria della “Contessa” abbandonata e in rovina, si trova nella selva di Chiaiano al confine con Marano: il suo recupero funzionale è previsto nel progetto “Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”, varato nel 2004 e mai decollato

 

Villa-masseria Contessa: l'abbiamo fotografata da lontano, grazie a un privato che ci ha fatto entrare nel suo giardino che affaccia sulla cava della Contessa

Uno degli otto ambiti territoriali che costituiscono il “Parco Metropolitano delle Colline di Napoli” (istituito con delibera di giunta regionale n.855 del 16 giugno 2004), riguarda la Selva di Chiaiano: si estende su un’area di 540 ettari al confine con Marano e Mugnano (è racchiusa nel quadrilatero via Tirone- la via che costeggia il cimitero di Chiaiano- via Orsolone ai Guantai- via Marano-Pianura). Tra i vari progetti definiti dal Masterplan "Parco delle Colline c’è anche il recupero strutturale e funzionale dell’antichissima villa-masseria della “Contessa” che sarebbe dovuta diventare la sede dell’Ente Parco. Sorge in una posizione panoramica, su un’altura in mezzo al bosco di castagni (zona via Orsolone ai Guantai-viale Rotondella, ma è difficile arrivarci a piedi per la folta vegetazione). L’edificio, circondato da un piccolo giardino, è dotato di un cellario ed attrezzature per la vinificazione,  versa in uno stato di forte degrado. L’antica strada di accesso, ormai pericolosamente a bordo di una cava, è ostruito da smottamenti di terreno e vegetazione spontanea. 

La struttura è abbandonata da circa cento anni (fonte: Facoltà di Architettura, Dipartimento di Storia dell’Architettura e Restauro)

Cava della Contessa (in alto si intravede la villa-masseria) 

L’antico edificio sorge su una collina circondata da castagni e cespugli d’edera. La tipologia è quella a corte con unico volume posto sul fondo del recinto. Il prospetto principale è composto d’aperture incorniciate con balconi. La facciata guarda nella corte delimitata da un alto muro di tufo. Nel cortile sono posti alcuni volumi che alloggiano funzioni come: forno, pozzo, cucina; è presente, inoltre, un ingresso che porta al giardino interno. Della corte si accede ai locali del piano terra, anticamente adibiti a deposito, stanze, cantine e cucine. Questi ampi ambienti sono caratterizzati da particolari coperture con cupole in pietra. Una scala a due rampe porta ai piani superiori dove ci sono numerose camere e in ognuna si possono riconoscere resti di camini. Sul prospetto secondario un’ampia balconata guarda nel giardino interno. Dalle aperture si gode uno splendido panorama. Nella corte, di lato all’ingresso, c’è una piccola casa a due livelli con solaio realizzato in due tipologie costruttive: legno e pietra; al piano terra è collocata una cucina con un ampio camino e una fornace, il piano superiore veniva adoperato come deposito. Al lato, nascosta dalla vegetazione è posta una fontana con lavatoio. Di fronte c’è il pozzo utilizzabile anche dai piani nobili, e adiacenti a questo, un doppio forno. All’interno dell’edificio c’è la stanza del forno e la cantina, entrambe realizzate con strutture in pietra e coperti da cupole con conci lapidei. La struttura, abbandonata da quasi cento anni, appare molto danneggiata. Non sono presenti i solai di copertura e quelli intermedi, in legno, sono quasi del tutto, crollati. Nella scala, pericolante, mancano gran parte dei gradini e diverse lastre di marmo sono frantumate.

Il recupero strutturale previsto dal Masterplan

Per la vicinanza della cava di tufo, destinata alla riqualificazione di tipo ricreativo, e per il cospicuo numero di camere e ambienti, l’edificio potrebbe essere recuperato come luogo di accoglienza, in particolare per i bambini, che nelle altre masserie svolgono attività educative. La Contessa, anche se collocata in ambiente incontaminato, è facilmente accessibile dall’esterno. Potrebbe diventare il centro informativo per l’intero parco. La struttura dovrebbe essere quindi collegata agli altri edifici con sentieri percorribili, con navette ecologiche, biciclette e cavalli.




 

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