Calvizzano, il nuovo puc penalizza i cittadini della zona cooperative di via Moro: furono bocciate le osservazioni del condominio “La Pineta 75”
Quella dei condomini
venne bocciata con la seguente motivazione:
“la modifica richiesta
riguardante aree di terze persone e non dei firmatari l’eventuale accoglimento
comporterebbe la riadozione del Puc”. Insomma, come per dire, ci sarebbero
state le condizioni per accoglierla, ma non è stato possibile perché bisognava iniziare
daccapo l’iter?
L’articolo che pubblicammo il 14 febbraio 2020
Zona cooperative di via Moro “condannata” a essere un agglomerato di case senza servizi? Stando al piano urbanistico adottato dalla triade commissariale, sembra proprio di sì. Vanificata una battaglia ingaggiata dagli abitanti di questo spicchio di periferia abbandonata che dura da oltre vent’anni, da quando la ferita inferta da buona parte di una classe politica incurante dei bisogni dei cittadini, decise di bloccare i lavori di realizzazione di strutture di verde attrezzato sui suoli confinanti con il condominio “La Pineta” (programmati per evitare che la 167 restasse solo un agglomerato di case abbandonate), per spostarli accanto alla villa di un noto personaggio politico dell’epoca. La questione sembrava fosse stata risolta: negli ultimi due puc adottati (quello delle ex amministrazioni Granata e Salatiello) i cittadini avevano riottenuto la dignità che gli era stata tolta (case comprate con sacrifici e sudore con il diritto di superficie, cioè in una sorta di comproprietà con il Comune), poiché quell’area aveva riacquistato la sua destinazione originariamente prevista nel piano PEEP (Piano Edilizia economica popolare), cioè verde attrezzato. Quando l’ultimo piano urbanistico era quasi ultimato, arriva la doccia fredda dello scioglimento del Consiglio comunale. Si insediano i Commissari straordinari che, invece di revocare il Puc (ascritto nelle motivazioni dello scioglimento del Consiglio comunale per camorra), lo riadottano, senza, però, interpellare la popolazione. Un piano che, in prima battuta, era stato da noi giudicato positivamente nei contenuti, a condizione che sarebbero stati adottati opportuni accorgimenti, tra cui anche il verde attrezzato nella zona cooperative di via Moro, una piazza e un parcheggio all’incrocio con via Peep. Invece, l’osservazione sul verde attrezzato dei condomini del Parco La Pineta 75 (previsto anche in quella presentata dal Partito democratico, l’unico a sposare la causa dei cittadini di questa zona) non è stata accolta, per la seguente motivazione (si chiedeva la trasformazione da B2 in attrezzature): “la modifica richiesta riguardante aree di terze persone e non dei firmatari l’eventuale accoglimento comporterebbe la riadozione del Puc”.
Perché non ci avete
pensato in sede di adozione del Puc, visto che la destinazione naturale di
quell’area è verde attrezzato? Perché in quella zona non è stato previsto un
parcheggio, come è stato fatto per via Dante Alighieri (di fronte la parrocchia
Santa Rita), al servizio di un’area fortemente antropizzata? Perché, prima
della stesura del Puc, non è stata interpellata la popolazione? Sono stati
spulciati i precedenti puc già adottati e non completati, tanto per avere
un’idea sullo sviluppo del paese?
“Inoltre – è
scritto nella motivazione di non accoglibilità dell’osservazione – non
si rendono necessarie altre aree per attrezzature pubbliche, in quanto quelle
previste rispondono alla normativa vigente”.
Ma il progettista del
Puc, pagato con i soldi dei contribuenti, si è mai recato sul posto
per farsi un’idea dell’agglomerato di case senza servizi?