Era
il 31 dicembre 2009, scrissi una lettera all’ex sindaco Giuseppe Granata:
leggetela bene, poiché il tempo sembra si sia fermato a 12 anni fa
Caro sindaco ti scrivo così mi distraggo un po’….l’anno vecchio è finito ormai, ma tante cose ancora qui non vanno. Si esce poco la sera, compreso quando è festa, perché il commercio sta morendo e nulla si fa per rianimarlo e sostenerlo; perché il centro storico cade a pezzi, è poco vivibile e non c’è niente in progetto per farlo rivivere ai cittadini; perché le periferie sono sempre più squallide e abbandonate al loro destino: le migliaia di persone che vivono da quelle parti hanno tanta paura del buio, del degrado e delle numerose voragini che spuntano come funghi; perché nella zona delle cooperative, dove sono stati costruiti enormi casermoni, mancano i servizi e la gente ha tanta voglia di scappare.
Adesso, spero che l’anno che verrà sia un anno
nuovo e diverso. La Calvizzano che vorrei dovrebbe puntare a una migliore
qualità della vita e a un risveglio culturale. Anche la gente si aspetta meno
proclami e più fatti; le persone reclamano un linguaggio meno politichese e la
totale cancellazione di scaramucce e litigi tra personaggi politici, in
particolar modo tra coloro che fino a poco tempo fa andavano d’amore e
d’accordo e ora sono acerrimi nemici. Bisogna cancellare l’odio, evitare
polemiche sterili e inutili rancori, insomma avere un solo obiettivo: il bene
della nostra collettività. Spero che il nuovo anno faccia ragionare di più
maggioranza e opposizione e che i manifesti siano solo pieni di buone notizie e
non dei soliti inciuci e pettegolezzi.... (riportato ad oggi, si potrebbe
aggiungere: spero che il 2022 possa portare una vera classe dirigente, cosa che
la città non ha mai avuto).
Caro
sindaco ti scrivo perché la Calvizzano che vorrei dovrebbe avere più parcheggi,
più luoghi di aggregazione per giovani e anziani e più strade di collegamento
con i paesi viciniori, perché il traffico, che dalle nostre parti è diventato
endemico e insostenibile, sia più fluido. La Calvizzano che vorrei dovrebbe
essere più rispettosa dei bambini, dei disabili e di altre categorie
svantaggiate, una città che non abbandoni chi vive ai limiti della povertà o
chi non riesce ad arrivare alla fatidica terza settimana del mese, perché
finiscono le risorse. Vorrei una città partecipata, dove ogni singolo cittadino
è attore della sua vita e non un luogo, dove un esiguo gruppo di persone decide
il destino di tutti sulla base degli interessi personali suoi e della sua
cerchia.
La città che sogno è un luogo pieno di alberi
e di verde attrezzato; la città che mi aspetterei è un luogo ideale, dove i
cittadini possano risvegliarsi dal torpore e cominciare a interessarsi di
politica, a fare proposte concrete e che il governo cittadino non le cestini,
ma che le prenda in considerazione; una città dove i partiti riprendano a
funzionare, per diventare dei veri sensori sparsi sul territorio atti a
recepire le istanze dei cittadini per poi tradurle in progetti..
Caro sindaco, spero di non aver dimenticato
niente perché, purtroppo, l’età avanza, gli acciacchi aumentano, il fisico
perde colpi e il cervello comincia ad arrugginirsi, spesso sono assalito da
vuoti di memoria, ma, in tutto questo tran tran, un’ultima cosa voglio
sottolinearla: l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, tutti quanti ci
stiamo preparando è questa la novità.
Mimmo Rosiello
Buon 2022, con la speranza che tutto torni, seppur gradatamente, alla normalità. Ci piace immaginare di ritornare alla vita che abbiamo conosciuto prima di essere inghiottiti nel vortice della pandemia.