Trasformare l’Alveo in linea ferroviaria: è ancora fattibile l’idea degli architetti maranesi Guarino e Pugliese?

                                            


Il progetto venne presentato alla città il 10 giugno 1996 alla “Galleria Primavera” in un convegno organizzato dal glorioso circolo politico-culturale Enrico Berlinguer, all’epoca presieduto da Giovanni Fanelli (padre, buonanima, della consigliera di minoranza Stefania Fanelli) che moderò anche il dibattito sul tema “Le città collegate: una metropolitana per la nostra area, una scelta moderna di mobilità, un’occasione di lavoro”. Marano in quel periodo era governata da un Commissario straordinario (vice prefetto Giovanni Cirillo) poiché il sindaco dell’epoca, Mauro Bertini, fu mandato a casa prima del termine della consiliatura, in quanto i consiglieri del Pds gli bocciarono il bilancio di previsione

L’idea



Il convegno      


La linea ferrata si sarebbe sviluppata su 15 chilometri

La linea del metrò subcollinare, una vera e propria tangenziale ferrata progettata dagli architetti Guarino e Pugliese,  si sviluppava su un percorso di 15 km, collegando la stazione della metropolitana collinare di Scampia-Piscinola alla stazione circumflegrea di Licola. Questo, secondo un tracciato che utilizza la vecchia linea dell’Alifana in disuso, una parte dell’Alveo Camaldoli e quella fascia demaniale del litorale di Giugliano compresa tra la pineta e la via Domiziana. La stazione di Scampia-Piscinola diventerà un nodo intermodale, in quanto a essa si collegherà  anche il nuovo tracciato, già in cantiere (quello che si collega all’aeroporto di Capodichino e Piazza Garibaldi, oggi quasi terminato, ndr). Nel progetto furono previsti altri due interscambi: con la stazione delle Ferrovie dello Stato di Giugliano (località Ponte Riccio) e con la circumflegrea di Licola.    


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