I fondi del Recovery Plan hanno acceso di nuovo il
dibattito sulla mancanza di una linea ferrata nei territori di Marano, Mugnano
(dove c’è una stazione della linea metropolitana regionale
Napoli-Giugliano-Aversa, gestita dall’EAV, ma dislocata in periferia), Calvizzano,
Villaricca e Qualiano. Si è ritornato a parlare del progetto Micrometrò, il fatidico
tram leggero che avrebbe dovuto collegare parte dell’’hinterland giuglianese
con la stazione di Piscinola-Scampia del metrò collinare, inserito nei rispettivi programmi elettorali di
“Legalità Possibile” con Oscar Pisani sindaco e di Calvizzano Riparte con
Pirozzi sindaco, vincitore in larga misura delle amministrative di settembre
2020. Ebbene il discorso ritorna di moda,
perché la transizione ecologica su cui si dovranno investire i finanziamenti
europei punta sul trasporto sostenibile per ridurre l’emissione dei gas
climalteranti in atmosfera, l’energia spesa per viaggiatore/chilometro, l’occupazione
di spazio e suolo. A tutti questi requisiti, scrive sul quotidiano “la
Repubblica” Francesco Domenico Moccia, professore ordinario di Urbanistica
presso l’Università di Napoli “Federico II, risponde il tram, un mezzo di
trasporto che sta vivendo una seconda gioventù in Europa e nel mondo. Stoccolma
ha iniziato il ripristino della rete tramviaria circa trent’anni fa. Il tram – spiega
Moccia – viaggia in corsia riservata o
con dispositivi di traffico privilegiati, è relativamente rapido, non soffre
dei blocchi di congestione. L’attuale materiale rotabile è spazioso, comodo, in
grado di assicurare un viaggio confortevole. Aggiungiamo che non richiede
grandi investimenti come per la realizzazione di nuove reti metropolitane.
Città come Milano non hanno mai dismesso il servizio tramviario e lasciano
ancora correre sui binari le vecchie carrozze insieme ai nuovi Sirio. Insomma,
sono tante le possibilità di investimento rapide e proficue, conclude il noto
urbanista. Ma il tram continuerà a rimanere un desiderio?