"17 giugno 2010, muore un comunista vero”: il ricordo di Castrese Angellotti da parte di Antonio Coppola di Potere al Popolo
Castrese Angellotti lo ricordo come una persona
semplice e umile che incarnava i principi comunisti in maniera egregia. La sua
morte, ad anni di distanza, posso dire che in un certo qual modo ha
rappresentato uno spartiacque nella storia politica di Marano, segnando
idealmente il declino della sinistra.
Ricordo Castrese per le tante battaglie portate avanti
per il bene della nostra comunità, da quelle più importanti a quelle che ad un
occhio poco attento potrebbero sembrare meno importanti.
Lo ricordo per essere stato insieme a tanti compagni e
tante compagne tra i protagonisti di quel decennio rosso che a Marano ha
rappresentato riscatto e speranza. Un decennio che ha portato gioia e orgoglio
alla cittadinanza.
In quel decennio furono costruite ben quattro scuole:
il Carlo Levi, la Socrate, il Segrè e il
prefabbricato San Marco; un decennio in cui ricordo che si è dato il giusto
rilievo allo Sport, con la costruzione di tante strutture sportive di
quartiere: campi di calcetto, piste di pattinaggio, campi di basket e il
palazzetto dello sport. Un decennio in
cui la periferia non era abbandonata a se stessa come oggi, ma che anzi aveva
la giusta centralità: nella zona collinare arrivarono fogne e condotte idriche,
interrompendo il mercato dell’espurgo e del trasporto d’acqua in autobotti,
nuove strade furono costruite per collegare la periferia al centro. In città
finalmente si respirava aria di sviluppo ed emancipazione...fu costruito di
tutto: l'oramai famosa piazzetta della Pace, la Palazzina del Giudice di Pace,
il Distretto Sanitario con annesso centro di primo soccorso, l’ospedale
veterinario, un cinema-teatro, un micrometrò. E Castrese era parte di tutto
questo!
Voglio ricordare la sua tenacia e la sua voglia di
fare che lo contraddistingueva, quella tenacia e voglia di fare che gli permise
di essere presente lì al suo posto nonostante la sera prima fosse stato
vigliaccamente aggredito da una squadraccia di nemici politici a cui
evidentemente dava fastidio.
Vorrei che fosse ricordato per la passione che ci
metteva nel difendere ed esaltare la Res Publica.
Quelle serate di "Rosso di Sera", per chi
come me all'epoca era poco più che un bambino hanno rappresentato quasi un mito
fondativo di una Marano bella, viva ed invidiata anche fuori dai confini
locali. Un periodo che ci ha dimostrato come con l'impegno di persone come
Castrese, anche a Marano è possibile costruire qualcosa di bello e concreto.
Credo che tutti ricordino Castrese in quella villa del
Ciaurro a sfornare panini, insieme alla sua famiglia, per dare speranza ad
un'intera collettività, attraverso gesti semplici ma pieni di umanità.
E se oggi penso alla nostra Marano non posso che
realizzare che abbiamo un enorme bisogno di persone come lui ed allora, forse,
la ricostruzione maranese dovrebbe partire proprio da donne e uomini che in
qualche modo possano reincarnare i valori che Castrese ci ha trasmesso per
tutta la sua vita".
Antonio Coppola