Marano, c’erano una volta i Padri Bianchi…


Casa della Gioia di via Padreterno dove si trasferirono i Padri Bianchi dopo il sisma dell'80

Correva l’anno 1994 quando i padri Bianchi, dopo 55 anni di permanenza a Marano, lasciarono la città. La loro opera missionaria continuò in Ruanda. Lo stabile di via Padreterno (dove oggi c’è “La Casa della gioia”), dove nell’ultimo periodo erano ospitati (prima del terremoto del 1980 alloggiavano in piazza Spirito Santo nella villa donata loro da Ezilda Ferro, vedova Biondi), fu data in comodato ai missionari oblati, all’associazione missionaria Maria Immacolata e al movimento giovanile “Costruire”. I padri missionari d’Africa lasciarono un grande vuoto, in particolare tra  poveri, emarginati, diversamente abili e immigrati ai quali avevano da sempre dedicato le loro energie. Anche i giovani che ebbero modo di conoscere quelle fantastiche persone sentirono molto la loro mancanza. Quei giovani per i quali i Padri organizzavano numerosi incontri, mettendo anche a disposizione un campo di calcetto. Nell’Italia meridionale vi erano solo due sedi dei Padri Bianchi: a Marano e a Catania. In esse i religiosi venivano per trascorrere periodi di convalescenza, prima di ripartire per le loro missioni, nei Paesi sottosviluppati. Secondo la regola del loro ordine in ogni casa ci debbono essere tre Padri, di cui uno funge da Superiore; purtroppo quella di via Padreterno venne chiusa perché calò sensibilmente il numero delle vocazioni. A Marano si succedettero 11 superiori. Gli ultimi due sacerdoti che abitarono nella sede maranese furono i padri Guido Fabbri e Francesco Alberton. Quest’ultimo si trasferì nella comunità religiosa di Quarto, “Fratelli e sorelle di tutti”, che si occupava di animazione spirituale.


I.N.

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