Marano, il “tesoretto” dimenticato: a 40 anni dal terremoto ancora da spendere 1 milione800mila euro

 


Al Comune, tra le pieghe del bilancio, c’è un tesoretto dimenticato, da circa un milione800 mila euro.  Sono i fondi per la “ricostruzione post terremoto dell’80” (ex legge 219) inspiegabilmente mai utilizzati, dopo oltre 40 anni: furono stanziati per l’adeguamento sismico di civili abitazioni. Agli inizi del 2012, 500mila euro di questi fondi furono impegnati per la redazione dei Piani di recupero. Ci fu una grossa polemica in Consiglio comunale, sollevata dal capogruppo dell’Udc dell’epoca, Pasquale Albano, per il quale i soldi impegnati per pagare i professionisti incaricati (tutti appartenenti, secondo Albano, a “parrocchie” ben precise), potevano essere impiegati diversamente e in modo più utile, a esempio per ristrutturare le scuole della città. Non fu pagato nessuno dei progettisti. Solo l’architetto Sara Ravezzi ha fatto causa al Comune, come ci riferì qualche mese fa l’assessore all’Avvocatura Marinella De Nigris. In prima battuta c’è stato un decreto ingiuntivo  al quale il Comune si è opposto eccependo il difetto di legittimazione passiva, l’inefficacia della determina dirigenziale di aggiudicazione dell’incarico professionale per mancanza del visto di regolarità contabile. Dopodiché si è instaurato un giudizio dove il giudice ha dato ragione all’architetto maranese Ravezzi.

Della questione fondi per la ricostruzione post terremoto si sta interessando la consigliera di minoranza Stefania Fanelli.

 

“Si tratta di un ritardo clamoroso – afferma la rappresentante di Sinistra Italiana  –, un ulteriore segno dell’inefficienza di una classe politico-amministrativa degli ultimi venti anni che ha portato la città allo sbando. Ora bisognerà capire come utilizzarli al meglio, per completare l’opera di ricostruzione della città”.     

 

 

 

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