Chiusura scuole in Campania, Izzo: “i nostri giovani usati come pacchi, come entità senz'anima”

 


Ancora le scuole a pagare l'inerzia e la cattiva organizzazione regionale in termini di contrasto al Covid. Ennesima chiusura di tutti i segmenti della scuola indiscriminatamente, eppure dal governo centrale giungono notizie sul DCPM che sta per essere varato con misure di chiusure circoscritte alle sole province o comuni dove vi sono verificati grossi focolai d'infezioni. Non sfugge che regioni di colore rosso hanno le scuole aperte normalmente, allora perché in Campania si chiudono? Forse perché la chiusura delle scuole non richiede ristori e poi ha sull'opinione pubblica l'effetto di essere efficienti e solerti nella difesa della salute pubblica? Oppure per creare paura e nascondere le tante cose non fatte o fatte male in questo lunghissimo anno di gestione pandemia? La cosa certa è che sul tema chiusura delle scuole la comunità campana si è spaccata in due segmenti: i pro DAD e i pro scuola in presenza, questa lacerazione è deleteria e senza senso perché fa perdere di vista i protagonisti di questa triste vicenda cioè gli alunni. I nostri ragazzi ai quali in nome della tutela della salute diritto sancito dalla Costituzione viene a mancare un altro diritto costituzionale, quello allo studio. La Carta Costituzionale viene nell'uno o nell'altro caso disattesa e questo in un paese democratico non può essere tollerato. Vi è, quindi, una palese violazione delle norme che regolano la vita del cittadino nei suoi diritti - doveri. E di diritti negati oggi i nostri ragazzi campani sono le vittime sacrificali di un governo regionale che usa i nostri giovani come pacchi, come entità senz'anima. Sì, perché gli vengono tolte le emozioni importanti per la ricerca di indipendenza e libertà proprie di questa età. Ai più piccoli viene a mancare la palestra di vita fatta di confronto di interazione con l'altro per la creazione dell'identità "sociale ". Studi psicologici hanno messo in' luce come la pandemia e tutto ciò che ne è conseguito, DAD compresa, hanno tolto il legame con il luogo fisico della classe, portando i ragazzi a sentirsi più soli e isolati. Le relazioni online sono molto diverse da quelle faccia a faccia e questo, alla lunga, può creare un senso di disorientamento e di disagio. Questo per la chiusura delle scuole senza senso solo per creare ansia e paura e nascondere la cattiva gestione dell'emergenza sanitaria.

Michele Izzo, giornalista

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