Testimonianze archeologiche a Calvizzano: nel 1934 fu scoperta una necropoli del II secolo avanti Cristo in Contrada Campo
Alcuni reperti (vedi foto sopra riportata) furono amorosamente
custoditi dallo storico Raffaele Galiero, e poi dalla sua perpetua Antonietta:
a fine anni ’90 furono presi in consegna dalla Soprintendenza Archeologica. “Tuttora
– scrive Peppe Barleri nel suo libro del 2002 “Testimonianze Archeologiche
Romane a Calvizzano” si trovano nel Castello di Baia”
Nei giorni 28 e 29 giugno 1934 – scrive l’Ispettore
Onorario ai Monumenti cav. Giacomo Chianese di Villaricca nella sua relazione
inviata alla “Soprintendenza Alle Antichità della Campania e del Molise (all’epoca
così era denominata) – nella Contrada Campo (l’attuale via Garibaldi), praticandosi
fosse per piantagione di peschi, vennero
messi in luce cinque sepolcri fatti a casse di lastroni di tufo giallo (m 2.10
x 0.50) ed uno più piccolo (m.1 x 0.30 circa) ricavato da un solo blocco di
tufo, accuratamente levigato. Il fondo dove è avvenuto il ritrovamento
appartiene al Comm. Giacomo Guidetti ed è gestito dalla colona Marianna
Ordichella fu Francesco.
Da un sopralluogo eseguito il primo luglio, è
risultato che i sepolcri furono scavati ad un metro circa di profondità, sulla
spianata a destra della casa colonica, in un’area di circa 80 mq. Si trovano alquanto vicini l’uno all’altro,
alcuni esposti ad oriente ed altri a settentrione.
Della scoperta ne parlò il quotidiano Roma
I 6 sepolcri di Contrada Campo vennero
esaminati dal prof. Amedeo Maiuri, un grade archeologo: l’uomo che “scoprì” Pompei
titolò “la Repubblica”
Nel pomeriggio di ieri (24 luglio 1934) è stato ospite
gradito di Calvizzano il prof. Amedeo Maiuri, insigne Soprintendente alle Antichità
della Campania e del Molise. Egli, in
compagnia del nostro solerte ispettore dei Monumenti, sig. Chianese Giacomo di
Villaricca, si recò ad esaminare sei sepolcri antichi, scavati recentemente in
contrada “Campo” dalla colona Ordichella Marianna. I sepolcri, già in
precedenza visitati e descritti dall’Ispettore Chianese, con altri scoperti
nelle adiacenze alcuni anni fa costituiscono una necropoli di una certa
importanza del secondo o terzo secolo a.C. Essi, come buona parte dei sepolcri
ad inumazione dell’epoca, sono costruiti a cassa di grossi lastroni di tufo con
scarso corredo funebre in terra cotta di tipo comune. Con la circostanza il
prof. Maiuri visitò anche un importante elemento di sepolcro, ricostruito nel
giardino della Chiesa parrocchiale di Calvizzano, congratulandosi col Rev.
Prof. Galiero che a suo tempo si interessò perché il monumento no fosse andato
distrutto.
Dal quotidiano “Roma” del 25 luglio 1934