Pro e contro della didattica a distanza, la lucida analisi del prof. Izzo

 


In questi giorni si parla molto di riapertura delle scuole in sicurezza onde evitare la diffusione del virus. I genitori sono schierati su due fronti: quello favorevole al ritorno a scuola, e quello che vorrebbe che la scuola continuasse ancora con la didattica a distanza. Due posizioni legittime, a dimostrazione di un modo di vivere l’ emergenza, le paure, l'ansia e le preoccupazioni, secondo prospettive diverse. Il fronte favorevole al ritorno in presenza a scuola si fa forte della grande sofferenza e disagio psico - fisico che, in questi lunghi 10 mesi, sono stati sottoposti i nostri ragazzi. Sofferenza per mancanza di relazioni, di punti di riferimento, di relazioni, di interazione e di quella empatia che solo l'ambiente scolastico sa dare. A dar man forte a questa tesi vi sono alcune relazioni di studi di psicologia e sociologia che riferiscono della preoccupazione degli esperti per la mancanza di una così importante esperienza, qual è la scuola che avrebbe fatto crescere in modo esponenziale nei ragazzi soprattutto i più fragili lo spettro autistico. Sul fronte dei  favorevoli alla didattica a distanza si fa leva sulla preoccupazione della diffusione del virus che é ancora molto alta, sulle carenze strutturali e infrastrutturali delle scuole, sulla carenza e assenza di organizzazione dei mezzi di trasporto ( in particolare per il trasporto dei ragazzi delle superiori) che creano paure e ansie. Bisogna però dire che l'ambiente scolastico oggi è il più sicuro, in quanto vengono messe in atto tutte le misure anti-Covid, l'uso della mascherina, il distanziamento e viene messo a disposizione di docenti e discenti prodotti per l'igiene delle mani. Cosa fare per rispondere alle esigenze di entrambe? Basterebbero politiche tese a dare risorse all'edilizia scolastica (totalmente assente oggi sia a livello centrale che periferico), alla manutenzione periodica strutturale e infrastrutturale delle scuole. Riorganizzare il trasporto con l'acquisto di nuovi mezzi e l'impiego di personale tale da garantire più corse in tempi diversificati, con minor numero di passeggeri su ogni mezzo. Ripristinare la sanità periferica e di base che sono state totalmente azzerate, riaprire gli ospedali e i reparti chiusi, formare e assumere personale paramedico e medico (eliminare il numero chiuso all'università per questi dipartimenti ) e poi depoliticizzare la sanità. Queste le risposte da dare alle famiglie, nella consapevolezza che il virus fa tanta paura soprattutto a causa dell'assenza totale di una politica seria della scuola e della sanità portata avanti da decenni.

Michele Izzo, giornalista

 

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