Calvizzano-Marano, la storia in pezzi lungo la sponda del Vallone Fossa del Carmine: imminenti i lavori di risanamento

 

Reperti di epoca romana

Sul lato calvizzanese dell’Alveo, per circa mezzo chilometro, si possono ancora osservare tantissimi reperti di epoca romana, nonostante siano coperti da arbusti ed erbe di ogni genere. Altro materiale storico, invece, tra cui il cosiddetto “ciaurriello”, sarebbe stato, come si racconta, trafugato. Per il cavone del Carmine passava una diramazione dell’antica via Consolare Campana e proseguiva per Mugnano, Chiaiano, San Rocco di Napoli  

Cinquecento metri ricchi di storia. Li abbiamo percorsi, muniti di abbigliamento e scarpe adatte a terreni franosi e fangosi, in compagnia di un esperto del posto, nonché memoria storica di questi luoghi (avendoli vissuti fin da ragazzo), per osservare quello che è ancora rimasto dei reperti archeologici di epoca romana. E’ stato emozionante rivolgere lo sguardo attento su questi frammenti di antica civiltà, ma, nel contempo, una cosa raccapricciante vedere tanta storia abbandonata all’incuria del tempo, dell’uomo e delle amministrazioni che si sono succedute a Calvizzano. Dalla parte del Vallone (che in epoca romana non esisteva), nelle vicinanze dell’ ex masseria Furoli, fino alla sponda che costeggia l’ex masseria Chiavettieri (di fronte c’è l’area industriale Pip di Marano) ed oltre ci sono ancora tante prove e testimonianze che andrebbero tutelate.

La documentazione fotografica è sicuramente più eloquente delle parole.

 






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