Marano. Acqua, costi del servizio molto elevati fanno lievitare la tariffa: nel biennio 2020-2021 ammontano a circa 5milioni 500mila euro annui. L' installazione di impianti fotovoltaici sulle vasche di pompaggio permetterebbe di risparmiare energia e soldi: perché non ci avete ancora pensato?

 


La spesa per acquisto fornitura idrica presso ABC (ex Arin) e Acqua Campania, nel 2020 è lievitata del 15%, mentre il costo dell’energia elettrica, cioè il consumo di corrente per il funzionamento degli impianti tecnologici (cosiddette vasche di accumulo), è passato da 820mila euro del 2013 a poco più di un milione di euro di quest’anno


I costi del servizio acquedotto sono ancora elevatissimi: nel biennio 2020-2021 sono stimati mediamente in 5milioni500 mila euro annui. Come risulta dalla scheda tecnica del 2013 (l’ultima in nostro possesso), l’acquisto dell’acqua presso gli enti fornitori incide per 2milioni580mila euro. Tale cifra è stata calcolata tenendo presente che il 30% del prezioso liquido viene disperso nel sottosuolo, in virtù delle cattive condizioni delle conduttura idriche. Acqua Campania e Arin (i due enti fornitori), infatti, forniscono una provvista acqua che nel 2013 è costata al Comune 3milioni680mila euro, stimata mediamente in 5milioni 500mila euro nel 2020Altre voci che incidono sul costo del servizio sono la spesa del personale (fontanieri, tecnici, eccetera) 223mila743 euro; materiali vari 20mila euro; vestiario 1000 euro; manutenzione impianti tecnologici (pompe di sollevamento e sale di controllo) 61mila euro; controllo qualità acque (analisi periodiche) 60mila euro; convenzione ATO 8mila500 euro; interessi passivi (mutui contratti per le opere pubbliche realizzate) 156mila816 euro; bollette enel impianti tecnologici 820mila euro, lievitati a oltre un milione di euro nel 2020, come ha dichiarato l’assessore al Bilancio, Davide Di Luccio, nell’ultimo Consiglio comunale nel quale è stato approvato il rendiconto di gestione 2019Dunque, è facile evincere che l’eliminazione o la riduzione di alcune di queste voci, inciderebbe sicuramente sulle bollette. E’ assurdo pagare oltre un milione di euro di consumo di corrente per il funzionamento degli impianti tecnologici (cosiddette vasche di accumulo), dove ci sono pompe per il sollevamento dell’acqua di grande potenza. E’ stato mai commissionato uno studio per cercare di capire se è possibile installare sulle centrali di pompaggio, pannelli solari o servirsi di pompe che consumino meno energia?

L’impianto di base nel sistema di calcolo e determinazione delle tariffe tiene conto del piano economico finanziario i cui costi vengono spalmati interamente sull’utenza. I soggetti gestori (nel caso specifico il Comune di Marano) devono trasmettere all’EIC (Ente idrico campano) le tariffe predisposte secondo il metodo di calcolo predisposto da Arera (Autorità di regolazione per l’Energia).

Da quest’anno è stata annullata ogni differenza territoriale o legata al gestore. La struttura tariffaria è infatti uguale in tutta Italia e per le utenze domestiche prevederà una quota fissa, non collegata quindi ai consumi effettivi, e una variabile. È proprio la seconda quella che presenta le maggiori novità, perché per la prima volta non si terrà conto solo di quanti metri cubi d’acqua vengono usati, ma anche da quante persone, al fine di favorire le famiglie più numerose con sconti che andranno dal 20 al 50%.

Agevolazioni anche per i nuclei famigliari più piccoli

L’Arera, l’Autorità di Regolazione Energia, Reti e Ambiente, a fronte della difficoltà di sapere con certezza quanti individui abitano in una casa (basti pensare che molti Comuni non sono in possesso di questa informazione) ha deciso che fino al 2022 partirà dal presupposto che ogni famiglia sia costituita da tre membri: questi nuclei familiari potranno pertanto usufruire della tariffa agevolata (fino a 150 litri di acqua al giorno). In realtà, invece, la maggior parte delle famiglie nel nostro Paese hanno meno di tre componenti.

Più severi con chi non paga

Cambiano le norme anche nei casi di morosità. La fornitura potrà essere sospesa dopo un anno di mancati pagamenti, ma solo se l’utente non è in uno stato di grave e documentato disagio sociale ed economico. Nei condomìni potrà invece intervenire l’amministratore, pagando in una unica soluzione almeno la metà dell’importo ed evitando così la sospensione della fornitura. Infine, i pagamenti dovuti potranno essere anche rateizzati (massimo 12 mesi).

 

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