Calvizzano, alle amministrative del 2013 vinse Salatiello: Pirozzi arrivò secondo, perse per circa 300 voti

 


Con quest’ultimo articolo si conclude l’excursus sulle amministrazioni che hanno governato Calvizzano dal 1993 al 2018. Dopo 29 mesi di commissariamento, domani sapremo chi sarà il nuovo sindaco della città

"A distanza di 12 anni, a Calvizzano ritorna a governare Salatiello". Così, nel 2013, iniziammo l’articolo post vittoria dell’ex sindaco deceduto a luglio 2017. Lo riportiamo integralmente. L’ex sindaco che ha governato il Comune dal 1992 al 2001 vince ma non stravince. Con il 38,12 per cento dei voti, infatti, rappresenta solo poco più di un terzo degli elettori. Adesso tocca di nuovo a lui governare, ma soprattutto di concretizzare i 16 punti del suo “vangelo” elettorale. Avrà cinque anni di consiliatura per rivoltare la città come un guanto, visto che sarà molto difficile mandarlo a casa. Salatiello, infatti, è molto abile nello spegnere eventuali focolai che potrebbero accendersi nella sua maggioranza durante il suo cammino amministrativo; sa usare anche metodi convincenti e riesce, con grande scaltrezza, a dipanare le matasse più complicate. Alcuni punti del suo programma  (trasformazione del diritto di superficie in quello di proprietà, realizzazione del verde attrezzato nell’appezzamento di terreno adiacente il parco La Pineta) recano 

il nostro copyright, avendoli lanciati come blog, per cui saremo i primi a elogiarlo ogni qualvolta agirà per il bene della città. Al contrario, lo criticheremo laddove dovesse operare contro gli interessi dei cittadini. Veniamo a Pirozzi. Ha perso per circa 300 voti.  Avrebbe sicuramente vinto le elezioni se a Calvizzano si fosse votato con il doppio turno, in quanto gli altri tre ex contendenti la poltrona di Primo cittadino avrebbero dato indicazioni di voto contro Salatiello. Ma come va interpretata la sconfitta di Pirozzi, già sindaco dal 2003 al 2008? A nostro avviso, ha pagato in parte lo scotto della sua coerenza politica (perciò oggi, per non perdere, ha imbarcato tutti i vecchi amministratori sulla sua nave, ndr). Ha rifiutato nella sua lista due autentici portatori di voti, quali Roberto Vellecco (oggi candidato con Pirozzi, ndr) e Antonio Ferrillo (oggi è candidata sua figlia nella lista Pirozzi, ndr), entrambi rieletti con Salatiello, perché, in passato, hanno dimostrato di non essere fedeli alleati. Vellecco, infatti, nella scorsa consiliatura (quella targata Granata), dopo appena un anno, abbandonò Pirozzi, passando dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza, mentre Antonio Ferrillo, due consiliature fa, creò, sempre a Pirozzi, problemi sull'approvazione del bilancio di previsione.  Forse Pirozzi avrebbe potuto essere un po’ più malleabile con Napolano e Borrelli (ex fedelissimi dell’ex sindaco Granata, oggi candidati entrambi nella lista Pirozzi): avrebbe potuto accettarli nella sua lista. Invece, ha sbagliato i conti, poiché non avrebbe mai immaginato che i due, dopo il gran rifiuto, sarebbero andati a bussare alla porta Salatiello, ovvero di colui che, alcuni mesi prima, li aveva mandati a casa. Ormai il dato è tratto: adesso Pirozzi dovrebbe solo pensare a fare un convincente opposizione e non a deporre le armi, come si vocifera, in quanto commetterebbe un grosso errore.  Leggendo i nomi di coloro che siederanno nei banchi della minoranza, Pirozzi, in virtù della sua esperienza, è l’unico in grado di guidare la nuova opposizione e di far crescere i tanti giovani che si sono lanciati per la prima volta nell’agone elettorale. Ci sono, dunque, i presupposti per assurgere a ruolo di autentico leader; un compito che, se fatto bene e con impegno, potrebbe assicurargli grandi soddisfazioni. Basti pensare che l’ex sindaco di Marano, Mauro Bertini, da oppositore, ha messo all’angolo sia l’amministrazione Perrotta sia quella di Cavallo. D’altronde si è sempre detto che una buona e forte opposizione sia migliore di un governo che fa acqua da tutte le parti.  

Il programma di Salatiello, infatti, potrebbe rivelarsi il solito libro dei sogni, poiché, per poterlo applicare alla lettera, occorrono tanti soldi, che il Comune non ha. Un'ultima considerazione. In questa tornata elettorale, per la prima volta nella storia politico-amministrativa calvizzanese si sono contesi la poltrona di Primo cittadino ben cinque candidati, non pochi in un paese di 12 mila anime.   Sono venuti alla ribalta tantissimi validi giovani che hanno inteso fare qualcosa di utile per la loro città, ma che, adesso,   non dovrebbero disperdere il patrimonio acquisito strada facendo.  Dovrebbero continuare a lavorare, così come hanno fatto in campagna elettorale, per porre le basi per una nuova stagione politica che dia un po’ di luce a Calvizzano. Insomma, bisogna applicarsi per diventare degli autentici mastini del potere, tenendo presente che solo così la città potrà crescere e assicurare un domani migliore all'intera collettività. Anche i cittadini perbene (quelli che non si sono fatti abbindolare dalle solite promesse pre-elettorali, ma continuano a ragionare con la loro testa) dovranno continuare a interessarsi delle problematiche sia di quartiere sia dell’intera città, anzi dovranno contribuire a creare quella rete solidale che potrà consentire di affrontare qualsiasi tipo di battaglia di civiltà, proprio per invertire quel trend amministrativo che ha portato il Comune allo sbando, in tutti i sensi.  Salatiello morì il 26 luglio 2017: lo sostituì il vicesindaco Lorenzo Grasso fino alle 15.30 del 17 aprile 2018, quando  un comunicato della presidenza del Consiglio dei Ministri annunciava che il Consiglio comunale di Calvizzano era stato sciolto per ingerenza della criminalità organizzata. Il 19 aprile 2018 si insediò la triade commissariale, composta dal viceprefetto Luca Rotondi (presidente commissione straordinaria); Gerardo Quaranta, viceprefetto; Francesco Prencipe, dirigente Prefettura (Area 1).

 


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