Alveo Camaldoli |
Anche i cosiddetti Adr (Accordi di Reciprocità) naufragarono. Le risorse dovevano essere attinte dai fondi FAS per le aree sottosviluppate, che il governo Berlusconi, invece, decise di dirottare al Nord. Gli accordi di reciprocità erano stati visti dalle amministrazioni locali come una sorta di manna arrivata in un momento di depressione economico-sociale: all’area giuglianese – che comprende i Comuni di Marano, Calvizzano, Giugliano (era capofila), Mugnano, Qualiano e Villaricca – erano stati assegnati circa 70milioni di euro. I soldi sarebbero serviti a sistemare idro-geologicamente il territorio, intervenendo sull’Alveo Camaldoli, sui collettori e sui sistemi fognari. C’erano poi in gioco altre risorse specifiche per ogni Comune. Per Marano, 3 milioni di euro sarebbero serviti per ristrutturare le case popolari di viale Duca D’Aosta e per il risanamento idrogeologico di tutta l’area della frazione San Marco. Sfumò anche il finanziamento regionale di 900mila euro per l’edilizia sociale (case a prezzi calmierati a chi non riusciva a soddisfare il proprio bisogno abitativo); la domanda d’accesso ai fondi, inoltrata dal Comune, fu giudicata incompleta. L’ultimo scippo, poi, avvenne appena si insediò Caldoro alla Regione: fu bloccato il finanziamento di 750mila euro, previsto nell’ambito del progetto “Chiese aperte”, da distribuire a oltre 20 parrocchie (tra cui anche la San Ludovico D’Angiò di Marano) che avrebbero dovuto avviare attività pomeridiane contro il fenomeno della dispersione scolastica. Il progetto, ideato dall’ex assessore regionale alla Formazione e Pubblica istruzione, Corrado Gabriele, cittadino maranese, aveva creato grandi attese nel mondo cattolico e del terzo settore, poiché sottrarre i minori a rischio dalla strada è il primo compito delle parrocchie e degli oratori. La chiesa di Marano aveva presentato un progetto per un finanziamento di 25 mila euro.