Marano-Calvizzano-Mugnano-Villaricca, via Raffaele Granata era stata concepita per ospitare il Micrometrò
La strada, intitolata alla vittima
innocente della camorra Raffaele Granata (proposta fatta dall’ex sindaco di
Marano, Salvatore Perrotta e da calvizzanoweb), padre dell’ex sindaco di
Calvizzano Giuseppe Granata, fu inaugurata il 25 aprile 2012, a distanza di 6
anni dalla posa della prima pietra dei lavori. Per l’ex sindaco Mauro Bertini,
che la volle a tutti i costi, dovrebbe essere già chiusa sia per la sua
pericolosità (è stata già teatro di diversi incidenti) sia perché, così come
viene utilizzata, non risolve il problema del traffico. La strada era stata
concepita per ospitare il Micrometrò, il fatidico tram leggero che si sarebbe
dovuto agganciare alla stazione di Piscinola della linea 1 del metrò. Un tram
già finanziato con circa 30milioni di euro, ma persi per incapacità
e mancanza di intraprendenza degli amministratori che si sono succeduti negli
ultimi tempi a Marano. I soldi, infatti, senza che nessuno (sia della società
civile, sia del panorama politico e associazionistico locale) si opponesse, furono
dirottati sul tratto Piazza Dante-Piazza Bovio del metrò collinare.
La strada doveva essere larga otto metri
per tutta la sua carreggiata, invece in alcuni tratti ricadenti nel
territorio di Mugnano e di Villaricca, si è ristretta di tre metri e, sull’ultimo
spezzone (quello che fuoriesce sulla cosiddetta “strada americana”), anche di
quattro metri. Tutto questo perché, come spiegò l’ex assessore
all’Urbanistica e ai Lavori pubblici di Marano, Biagio Sgariglia, sarebbe
subentrato il problema della conduttura della Snam rete gas: per incamiciarla,
infatti, sarebbero occorsi circa 400mila euro, una
somma che non si sapeva da dove reperire, per cui si preferì restringere
la carreggiata.
“In realtà il vero problema –
come ci confermò un tecnico del Comune di Marano - è che non si è avuto
il coraggio di abbattere qualche stabile che è stato costruito sull’area di
sedime della strada, in pratica di proprietà demaniale”.
Eppure se si pensa ai soldi sborsati da
Marano per l’opera, subentra una gran rabbia non vedervi poi più sfrecciare il
tram leggero.
Una strada costata al Comune di Marano,
tra lavori e spese di progettazione, un milione e 750mila euro
di cui 100 mila euro occorsero per i lavori di scavo e
recupero reperti archeologici trovati in località Calvizzano e che riguardano
l’antica chiesa di San Giacomo, oggi sepolta da arbusti ed erbacce.
“Questa strada – affermò Bertini
al giornale “L’attesa diversi anni fa” – è un autentico aborto, perché
non ha niente a che vedere con l’idea originale. La mia amministrazione la
concepì unicamente perché doveva passarvi il Micrometrò. Decidemmo, infatti, di
accollarci, come Comune, tutte le spese, perché ci sarebbero state poi
rimborsate dalla Regione in seguito al finanziamento del tram leggero, che
doveva servire per liberare la nostra città dall’asfissia del traffico, visto
che non avevamo più nessun collegamento rapido con le vie di grande
scorrimento. Nell’idea progettuale, così come risulta anche nel progetto definitivo
redatto dalla Progin-Sintra per conto della Regione e costato circa 400mila
euro, doveva essere percorsa a senso unico con tempi di percorrenza di
tre-quattro minuti. Adesso, in alcuni tratti, è diventata addirittura una
strettoia”.