Linea ferrata tra Marano e Napoli, se ne parla da anni ma tutti i progetti sono andati in fumo nel silenzio generale: l’opera venne finanziata per 30 milioni, persi per incapacità amministrativa
Su Informarano del 2007, il bollettino dell'ex amministrazione Perrotta, la prova evidente che la Regione stanziò 30 milioni per realizzare il tram leggero |
Dopo la soppressione della ferrovia Alifana, l’idea di ricollegare Marano
con Napoli attraverso una linea ferrata non è mai mancata agli amministratori
che si sono succeduti dal 1987 a 2006. A gennaio del 1989, il Consiglio
comunale, riconobbe la validità di un progetto in tal senso redatto
dall’ingegnere Renato Cristiano. Quel progetto, però, non aveva
finanziamento e per lo stesso incarico non è mai risultato alcun atto, tanto
che l’ingegnere, non essendo stato pagato, fece ricorso al Tar, chiedendo un
risarcimento di circa tre miliardi di vecchie lire.
Si è tornati a parlare di un collegamento ferroviario di Marano con Napoli
nel 1995. L’allora sindaco Bertini dichiarò al nostro “L’attesa”: “Stiamo
studiando, di concerto con la facoltà di architettura, la possibilità di
agganciarci alla strada ferrata che dovrebbe collegare Quarto con la
metropolitana collinare, inserendoci nel piano intermodale dei Campi Flegrei”.
Non se ne fece più niente.
Il 10 giugno del 1996, in un convegno alla Galleria Primavera, venne
presentato alla stampa e alla città il progetto degli architetti maranesi
Guarino e Pugliese per l’allestimento di un metrò subcollinare: una tangenziale
ferrata che, passando per buona parte sull’Alveo Camaldoli, doveva collegare la
stazione di Piscinola a quella della Circumflegrea di Quarto. Quel progetto è
rimasto sempre nel cassetto poiché troppo costoso. Di lì a qualche mese, l’ex
sindaco Bertini rilanciò: contattò i tecnici dell’Ansaldo per cercare di
portare a Marano il progetto Stream, una sorta di tram elettrico che aveva già
dato buoni risultati nella città di Trieste. Ma l’innovativo sistema di
trasporto ecologico, nonostante desse ampie garanzie dal punto di vista
dell’impatto ambientale e potesse essere realizzato in tempi brevi, fu scartato
dagli amministratori perché i costi eccessivi (circa 50 miliardi di lire) non
erano sopportabili dalle casse comunali.
A settembre 1998, messo da parte Stream, spuntò il Micrometrò, il fatidico
tram leggero che è diventato per anni un tormentone e che però è rimasto sulla
carta. Nel 2006 sembrava fosse arrivato il momento giusto: l’allora assessore
regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta, annunciò l’avvio della fase di
redazione definitiva del progetto che fu approvato anche dal Consiglio
provinciale di Napoli. A febbraio 2008, l’ingegnere Sergio Negro, dello staff
di Cascetta, dichiarò al giornale L’attesa che erano stati risolti i problemi
logistici che si erano presentati e che era imminente la pubblicazione della
gara d’appalto che prevedeva sia l’assegnazione dei lavori sia la
redazione del progetto esecutivo cantierabile, poiché era stato reperito anche il
finanziamento di 30milioni di euro per l’opera. La cosa, quindi,
sembrava fatta. Negli ultimi mesi, però, era trapelata la notizia che i fondi,
dati per certi, erano stati dirottati altrove.
“Quand’ero capogruppo del Pd alla Provincia di Napoli – dichiarò alla
stampa il consigliere regionale Raffaele Topo – il Consiglio
provinciale approvò il progetto definitivo, mentre Cascetta s’impegnò a
finanziare l’opera. Dopodichè venimmo a conoscenza che la concessione del tram
leggero fu demandata a Metrocampania. Anche io, recentemente, però ho saputo
che i fondi sono stati dirottati sulla nuova tratta della linea 1 del metrò
collinare”.
Nei programmi elettorali dei candidati a sindaco alle ultime amministrative, del ripristino del Micrometrò se ne parla solo in quello della lista “L’Altra Marano” che appoggiava come candidato sindaco Mauro Bertini, da febbraio scorso dimessosi da consigliere comunale di minoranza per le vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto. Tocca dunque alle consigliere Stefania Fanelli e Anna Garofalo portare avanti questo importante punto programmatico.
In quello del PD e Lista Visconti è scritto testualmente: “la nostra città deve entrare al più presto in un progetto di interconnessione con il sistema di trasporti metropolitano a tutt’oggi inesistente”. Come? Con una nuova linea ferrata?