Linea ferrata tra Marano e Napoli, se ne parla da anni ma tutti i progetti sono andati in fumo nel silenzio generale: l’opera venne finanziata per 30 milioni, persi per incapacità amministrativa

Su Informarano del 2007, il bollettino dell'ex amministrazione Perrotta, la prova evidente che la Regione stanziò 30 milioni per realizzare il tram leggero 
L’operazione Micrometrò, ovvero il tram leggero che avrebbe dovuto collegare Marano-Calvizzano-Mugnano-Villaricca alla stazione di Piscinola del metrò collinare, prese corpo nel 2001 (all’epoca governava Bertini) con l’Accordo di programma siglato tra i Comuni interessati al progetto e la Regione. Nel 2005, ultimo anno di sindacatura Bertini, iniziata nel 1993, la RTI (raggruppamento temporaneo d’imprese) Progin-Sintra vinse la gara d’appalto per la  redazione del  progetto definitivo dell’opera pubblica per un importo di 371mila769 euro. Il progetto, che ricalcava nelle linee generali quello preliminare, redatto, nel 2002, dall’ufficio tecnico maranese,  venne consegnato ai Comuni nel 2006. Nel 2008, epoca Perrotta, venne finanziata l’opera per 30 milioni di euro. Finanziamento che sfumò dopo qualche anno, poiché i soldi vennero dirottati sul prolungamento della linea 1 tratta Piazza Dante- Piazza Bovio, senza che i rappresentanti istituzionali dell’area giuglianese provinciali e regionali e gli stessi amministratori locali mossero un dito per evitare che l’investimento fosse dirottato verso altri lidi 


Dopo la soppressione della ferrovia Alifana, l’idea di ricollegare Marano con Napoli attraverso una linea ferrata non è mai mancata agli amministratori che si sono succeduti dal 1987 a 2006. A gennaio del 1989, il Consiglio comunale, riconobbe la validità di un progetto in tal senso redatto dall’ingegnere Renato Cristiano. Quel progetto, però, non aveva finanziamento e per lo stesso incarico non è mai risultato alcun atto, tanto che l’ingegnere, non essendo stato pagato, fece ricorso al Tar, chiedendo un risarcimento di circa tre miliardi di vecchie lire.
Si è tornati a parlare di un collegamento ferroviario di Marano con Napoli nel 1995. L’allora sindaco Bertini dichiarò al nostro “L’attesa”: “Stiamo studiando, di concerto con la facoltà di architettura, la possibilità di agganciarci alla strada ferrata che dovrebbe collegare Quarto con la metropolitana collinare, inserendoci nel piano intermodale dei Campi Flegrei”. Non se ne fece più niente.
Il 10 giugno del 1996, in un convegno alla Galleria Primavera, venne presentato alla stampa e alla città il progetto degli architetti maranesi Guarino e Pugliese per l’allestimento di un metrò subcollinare: una tangenziale ferrata che, passando per buona parte sull’Alveo Camaldoli, doveva collegare la stazione di Piscinola a quella della Circumflegrea di Quarto. Quel progetto è rimasto sempre nel cassetto poiché troppo costoso. Di lì a qualche mese, l’ex sindaco Bertini rilanciò: contattò i tecnici dell’Ansaldo per cercare di portare a Marano il progetto Stream, una sorta di tram elettrico che aveva già dato buoni risultati nella città di Trieste. Ma l’innovativo sistema di trasporto ecologico, nonostante desse ampie garanzie dal punto di vista dell’impatto ambientale e potesse essere realizzato in tempi brevi, fu scartato dagli amministratori perché i costi eccessivi (circa 50 miliardi di lire) non erano sopportabili dalle casse comunali.
A settembre 1998, messo da parte Stream, spuntò il Micrometrò, il fatidico tram leggero che è diventato per anni un tormentone e che però è rimasto sulla carta. Nel 2006 sembrava fosse arrivato il momento giusto: l’allora assessore regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta, annunciò l’avvio della fase di redazione definitiva del progetto che fu approvato anche dal Consiglio provinciale di Napoli. A febbraio 2008, l’ingegnere Sergio Negro, dello staff di Cascetta, dichiarò al giornale L’attesa che erano stati risolti i problemi logistici che si erano presentati e che era imminente la pubblicazione della gara d’appalto che prevedeva sia l’assegnazione dei lavori sia la redazione del progetto esecutivo cantierabile, poiché era stato reperito anche il finanziamento di 30milioni di euro per l’opera. La cosa, quindi, sembrava fatta. Negli ultimi mesi, però, era trapelata la notizia che i fondi, dati per certi, erano stati dirottati altrove.
Quand’ero capogruppo del Pd alla Provincia di Napoli – dichiarò alla stampa il consigliere regionale Raffaele Topo – il Consiglio provinciale approvò il progetto definitivo, mentre Cascetta s’impegnò a finanziare l’opera. Dopodichè venimmo a conoscenza che la concessione del tram leggero fu demandata a Metrocampania. Anche io, recentemente, però ho saputo che i fondi sono stati dirottati sulla nuova tratta della linea 1 del metrò collinare”.

Spulciando i programmi elettorali

Nei programmi elettorali dei candidati a sindaco alle ultime amministrative, del ripristino del Micrometrò se ne parla solo in quello della lista “L’Altra Marano” che appoggiava come candidato sindaco Mauro Bertini, da febbraio scorso dimessosi da consigliere comunale di minoranza per le vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto. Tocca dunque alle consigliere Stefania Fanelli e Anna Garofalo portare avanti questo importante punto programmatico. 
In quello del PD e Lista Visconti è scritto testualmente: “la nostra città deve entrare al più presto in un progetto di interconnessione con il sistema di trasporti metropolitano a tutt’oggi inesistente”. Come? Con una nuova linea ferrata?




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