Calvizzano, agli inizi del’900 la chiesa Santa Maria delle Grazie era meta di pellegrinaggi: era venerata una prodigiosa effige della “Madonna della piscina”

L'antica piazzetta con il pozzo
Si racconta che nel 1913, come riportato nel libro “Calvizzano ieri e oggi” di Giacomo Di Maro (maestro elementare in pensione, appassionato di storia locale: è di Mugnano ma ha insegnato per tanti anni all’elementare Diaz), la piccola Cecchina Di Marino, di 5 anni, mentre si adoperava a recuperare con un arnese tridente, chiamato volgarmente “pulpara”, un secchio di rame caduto nel pozzo (“piscina”) dietro il campanile, portò in superficie una tela avvolta, sulla quale era effigiata la Madonna del Carmine.
 Si gridò al miracolo e da quel momento cominciarono i pellegrinaggi di fedeli imploranti protezione della Madonna. La tele, liberata dalla melma, venne sistemata in una buona cornice realizzata dall’artigiano calvizzanese Raffaele Ferrillo.
Nel 1931 la signora Majello Raffaella, madre di Cecchina e fervente devota alla Madonna, dietro pressanti esortazioni del parroco don Antonio Di Sabato, donò alla parrocchia il miracoloso quadro. Sia per la lunga permanenza nella melma della “piscina” sia per la morsa distruttrice del tempo si rese necessario provvedere alla restaurazione, che avvenne, come scrive Di Maro, nel 1980 ad opera di Salvatore Alfè. Nel 1981, il parroco, don Peppino Cerullo, provvide a far sistemare la tela in una cornice dorata. Diversi anni fa venne trafugata insieme ad altri quadri di valore conservati nella chiesa.
Solo per completezza: per quanto concerne il restauro del quadro, Raffaele Migliaccio, storico sacrestano della parrocchia calvizzanese, ci ha riferito che se ne occupò il calvizzanese Giacomo Gagliardi (era monaco ed è deceduto diversi anni fa) che lo affidò nelle mani esperte  dei confratelli del convento di Miano (nei pressi dell’ex stabilimento Birra Peroni), infatti andarono a ritirarlo lui e la buonanima di don Peppino.   

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