FASE 2 – Con un investimento di 350.000 le cardiologie di Pozzuoli, Giugliano e Ischia aumentano la capacità diagnostica, preparandosi a valutare i danni per patologie trascurate della FASE 1: il cuore in 3D attraverso l’esofago
Negli ospedali di Pozzuoli, Ischia e Giugliano il cuore si vede in 3D
attraverso l’esofago, grazie ad un investimento di 350.000 euro che ha permesso
l’acquisto di tre nuovi ecotomografi digitali top di gamma che arricchiscono la
dotazione esistente. Questi apparecchi permettono di fare esami
ecocardiografici in 3d direttamente dall’interno dell’esofago, evidenziando in
pochi minuti con una precisa definizione anatomica eventuali patologie
cardiache. Le nuove tecnologie lavoreranno in rete, permettendo la refertazione
elettronica e l’archiviazione digitale dell’esame, in prospettiva del fascicolo
sanitario elettronico. Prossimamente questa tecnologia sarà acquisita anche
dall’ospedale di Frattamaggiore, già dotato di un proprio ecocardiografo di
alta gamma. La procedura di acquisizione delle tecnologie e la loro valutazione
in integrazione con il parco tecnologico già presente in Azienda è stata curata
dall’UOC Tecnologie informatiche e Ingegneria Clinica diretto dall’Ingegnere
Salvatore Flaminio.
“Questi ecocardiografi – dice Gerolamo Sibilio, primario della
Cardiologia-UTIC di Pozzuoli e Direttore del Dipartimento Ospedaliero di Area
Medica – ci permettono di valutare meglio nel suo insieme il cuore, di
fare diagnosi estremamente accurate in caso di malattie delle valvole cardiache
e programmare tempestivamente l’eventuale intervento. La grande novità è
rappresentata dalla capacità di poter effettuare un’eco tridimensionale
attraverso una sofisticata sonda inserita nell’esofago. Tale tecnologia
permette di diagnosticare patologie cardiache difficilmente diagnosticabili con
l’ecocardiografia trans-esofagea classica. Si tratta di tecnologie di
ultimissima generazione che caratterizzano generalmente i grandi ospedali di
rilievo nazionale. Questa elevata capacità diagnostica ci permetterà di
lavorare meglio in rete tra professionisti e faciliterà l’adozione di
protocolli diagnostico-terapeutici condivisi. Anche in questo periodo di
emergenza COVID-19, è importante ricordare che la prima causa di morte al mondo
è la patologia cardiovascolare. Le nuove tecnologie ci aiutano a fare diagnosi
migliori e ad attuare precocemente efficaci trattamenti terapeutici.”
I cardiologi italiani stanno lanciando un allarme da alcune settimane circa
le gravi conseguenze che l’emergenza COVID-19 sta determinando sui pazienti
cardiopatici. La cardiologia del Santa Maria delle Grazie ha partecipato di
recente a uno studio nazionale che ha coinvolto 56 reparti italiani ed ha
riscontrato una riduzione del 51% degli infarti nel periodo 12/19 marzo 2020,
rispetto all’analogo periodo del 2019. Una riduzione tanto drastica degli
accessi sarebbe da ricondursi ad un timore del rischio di contagio COVID-19,
con una grave sottovalutazione del rischio cardiaco. In questo periodo i
pazienti che arrivano in ospedale con un infarto in corso, spesso si presentano
con ritardo, aumentando così la possibilità che vi siano danni permanenti al
muscolo cardiaco.
La migliorata capacità diagnostica delle patologie cardiache, permessa da
questi nuovi apparecchi, sarà molto utile nella definizione dei danni
cardiovascolari che non è stato possibile valutare durante la prima fase del
contagio da COVID- 19.
Comunicato stampa
Comunicato stampa