Calvizzano, riducendo gli importi dei buoni spesa si sarebbero potuti accontentare perlomeno altri 130 nuclei familiari degli oltre 200 esclusi
Dopo aver spulciato attentamente i tre elenchi, abbiamo
provato a fare un po’ di conti, ipotizzando di ridurre di poco le somme erogate
ai 308 nuclei familiari che ne hanno beneficiato sui 541 richiedenti. Abbiamo adottato
il seguente criterio: i buoni da 500 euro li abbiamo ridotti a 350 euro; quelli
da 400 a 300 euro; quelli da 300 a 200 euro; quelli da 200 a 150 euro. Si
sarebbero economizzati circa 34 mila euro, una cifra considerevole con la quale si sarebbero potuti accontentare perlomeno
altri 130 nuclei familiari con somme variabili da 150 euro a 350 euro, a
seconda dei componenti il nucleo familiare. Questo, a nostro avviso, sarebbe
stato un criterio più equo da adottare, perché agli esclusi, tra cui tantissime persone
veramente indigenti, quelle che da un giorno all’altro si sono trovate senza
lavoro (in molti casi anche marito e moglie), anche 200 euro avrebbero fatto
comodo in questo periodo di gravi ristrettezze economiche.
“Alea iacta est”, locuzione latina che tradotta in
lingua italiana suona così: “il dado è tratto”, cioè i giochi sono fatti. Vale,
dunque, come consiglio, caso mai dovessero arrivare dal governo altri soldi per
la solidarietà alimentare. Consigli che non cancellano il lavoro incessante del
responsabile dei Servizi alla Persona, Antonio Damiano (è responsabile anche
degli Affari Generali e dei Servizi Demografici, un ruolo davvero arduo e
impegnativo), di Angela Cacciapuoti e Giuseppe Caiazzo dell’Ufficio Servizi
Sociali, e di Antimo Orefice e Biagio Chiariello, sovraordinati al Comune di
Calvizzano.