Breve ricordo di Luis Sepùlveda, il grande scrittore cileno (ammazzato dal Coronavirus) che ha dato voce agli “ultimi”



Perché del grande scrittore cileno ammazzato dal cornavirus una decina di giorni fa abbiamo deciso di parlarne oggi, ultima domenica di aprile, il giorno seguente la festa della liberazione, penultima domenica di quarantena, dopodiché, dal 4 maggio,  si dovrebbe incominciare a respirare un po’ di aria di libertà? Perché Luis scelse la letteratura per “dare voce a chi voce non ha”.  Ci è sembrato il giorno più adatto, visto che, in un altro articolo, parliamo degli “ultimi”.  Luis, nei suoi libri, ha dedicato fiumi di parole a personaggi che a noi sembravano leggendari, invece per lui erano semplicemente, come ha scritto su “la Repubblica” Simonetta Fiori,  compagni di strada: “indio ed emigranti di ogni latitudine, avventurieri, guerriglieri, vagabondi, sognatori, i perdenti della storia a cui ha riconsegnato voce”. Anche per questo, Sepùlveda verrà celebrato nei cuori della gente, che difficilmente lo dimenticherà”.  




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