Calvizzano, corso di formazione amministrativa: il parlamentare antimafia Caso ha ribadito che sono state accertate collusioni tra vita amministrativa e clan

Da sinistra: Gennaro Ricciardiello, organizzatore del corso di formazione amministrativa; on. Andrea Caso dei 5 Stelle, membro della Commissione Parlamentare Antimafia  

Corsi e ricorsi, liste e riliste

Avverso il decreto di scioglimento dell’amministrazione comunale, nessuno fece ricorso, ammissione implicita se non di correità, di conoscenza e consapevolezza della triste realtà. Realtà che ieri sera è stata confermata a chiare lettere dall’ on Andrea Caso, membro della Commissione Parlamentare Antimafia che, laddove ce ne fosse ancora bisogno, ha ribadito le collusioni accertate tra la vita amministrativa ed i clan locali. Alla luce dell’argomento trattato, ci saremmo aspettati una partecipazione accesa di membri della passata consiliatura,  sia da parte della minoranza che della maggioranza per fare dimostranza delle proprie ragioni, ma tranne Angela De vito e Antonio Mauriello, gli altri testimoni,  comprimari e controfigure di quello scempio, hanno deciso che la cosa non li riguardava. Del resto è comprensibile, visto che i vecchi confini tra le parti sono caduti in nome di un machiavellico “Scurdammece o’ passato” ma che ora rende impossibile una presa di posizione sull’argomento “infiltrazioni mafiose”: chi potrebbe dire cosa adesso che sono tutt’uno?
Onore e merito ai presenti quindi, perché gli assenti si sono s-qualificati in quanto tali.
Nonostante il ritardo all’inizio, dovuto a cause di forza maggiore per l’arrivo dell’ on Caso, la serata è andata bene, ma a me preme sottolineare il bicchiere mezzo vuoto, perché più che le auto celebrazioni ci interessa individuare le criticità e sotto questo aspetto dobbiamo rilevare che l’altra grande assente della serata, era la società civile: i calvizzanesi. Disattenzione? Sfiducia? … Omertà? Un mix di fattori che in definitiva sono i veri nemici da combattere, perché non ci interessa andare contro qualcuno, ma costruire un tessuto sociale che a Calvizzano è oggettivamente inesistente e lo stiamo facendo da tempi non sospetti. Comprendo che il tutto possa passare per un disegno politico e sotto certi aspetti lo è, ma l’obbiettivo non è “contro chi” ma “contro cosa”, quindi è solo una conseguenza che il raggiungimento di tale obbiettivo passi attraverso il superamento di logiche di assembramenti provincialistici, familiari e lobbistici.
In definitiva, se qualcuno ci volesse accusare che ieri sera abbiamo “fatto politica”, posso rispondere serenamente SI, come in quella  sala, a quello preposta, non veniva fatta da tanto tempo.
Quella sala, per chi crede nei valori della Democrazia e della Libertà, equivale all’abside per i credenti, ed è stata profanata e stuprata da chi è stato accolto con riverenza dai sacerdoti eletti con la fiducia dei cittadini.

“È sempre cos’e nient.
Tutte le situazioni così l’abbiamo risolte: è cosa ’e niente, è cosa ’e niente.
Non teniamo che mangiare: è cosa ’e niente.
Ci manca il necessario: cosa ’e niente.
Ci negano il diritto della vita: è cosa ’e niente.
Ci tolgono l’aria: vabbuo’ che vvuo’ fa’, è cosa ’e niente. Sempre cosa ’e niente.
Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda cosa sono diventato.
A furia ‘e ddicere “è cosa ‘e niente” siamo diventati cos’e nient”
E. DE FILIPPO

Gennaro Gb Ricciardiello



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