"Gli onesti assassini"

Domani, 27 gennaio, è la giornata della Memoria


Questi sono i giorni della memoria, quasi sempre piove e infatti anche stamattina.
La frase più ricorrente che ascolteremo in questi giorni e che richiama al senso di tutto è “Perché non accada mai più”, quasi a giustificare la giusta causa per cui sia necessaria l’amara medicina della mestizia che ci pervaderà dalle immagini in bianco e nero e dai racconti degli storici e dei sopravvissuti.
L’anamnesi che contribuisce alla terapia sono una domanda “Come è possibile che sia accaduto?” con la relativa risposta: “Se è accaduto una volta, può accadere ancora”.
Saremo ancora una volta in bilico nel cercare di capire non tanto la follia del nazismo, ma di come il popolo tedesco non si sia accorto di quei treni che trasportavano i deportati nei campi di sterminio, ci domanderemo se veramente non capissero o se non volessero capire… o se magari capissero benissimo.
La verità è che furono presenti tutte e tre tipologie, spesso accavallate negli stessi individui.
La cura della memoria è giusta è sacrosanta ma l’effetto collaterale della medicina è il portare a credere che veramente non sia più accaduto, perché quello che attanagliò il popolo tedesco non fu un virus come quello che in questi giorni si sta scatenando in Cina che si può debellare con un vaccino, ma la fase acuta di una sindrome cronica presente da sempre nel genere umano.
La memoria può curare e può distrarre, come tutte le medicine ha con sé il rischio dell’assuefazione che, in questo caso, si presenta sotto forma di appagamento. portando alla convinzione che l’olocausto sia stato un fenomeno circoscritto o, peggio, ed in questo caso la cura assume contorni peggiore del male, che noi non siamo come i tedeschi e che per questo siamo in una certa misura immuni.
Qual è la differenza, per esempio, tra un tedesco che non sapeva o non voleva sapere cosa succedesse ad Auschwitz e un italiano (Io tu noi oggi) che  non sa o non vuol sapere cosa succede nei campi di detenzione di migranti in Libia? E pensare che adesso è molto più semplice informarsi, dopo ci metterò qualche secondo per trovare le foto del criminale mafioso libico accolto in Italia e seduto ad un tavolo con membri del nostro governo e del nostro esercito mentre pattuiscono il prezzo per la “prestazione”.
Eppure se la cura della memoria avesse fatto effetto e “non fosse più accaduto” , non ci sarebbe stato bisogno né di immagini né di prove, sarebbe scattato il logico ragionamento di chiedersi perché tutti concordino sul fatto che riportare indietro i migranti nei porti libici non sia sicuro per la loro incolumità  e di conseguenza chiedersi  perché certi libici siano così spietati e quale sia la loro motivazione e tornaconto. Invece la “sindrome del tedesco inconsapevole” ha prevalso ancora ed ancora una volta abbiamo preferito applaudire al calo degli sbarchi come i tedeschi applaudivano alle adunate oceaniche di Hitler.  I nazisti sui palchi sono solo la rappresentazione materializzata della sindrome, la proiezione degli esecutori creata da tante minuscole “inconsapevolezze” che tutte insieme diventano il mandante.
No, quello dei lager libici non è “il caso” (magari) su cui concentrarsi, ma solo uno dei tanti treni per Auschwitz, del resto la civilissima Europa sta facendo una colletta milionaria che sta riversando su Erdogan per fare più o meno la stessa cosa con i flussi provenienti dal Medio Oriente e poco importa se con gli stessi soldi ci massacra i Curdi, tanto noi ricordiamo la Shoah con lo stesso spirito con cui facciamo le fiaccolate a favore del Popolo Curdo.
Tanti e tanti treni ancora passano, sono passati e passeranno, magari disturbandoci mentre siamo assorti nel ricordo dell’Olocausto, di fianco al nostro piccolo cortile di onesti assassini.

Gennaro Gb Ricciardiello


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