Slot machine, superenalotto, gratta e vinci, calvizzanesi un popolo di giocatori (anche d'azzardo): nel 2018 hanno speso 8milioni667mila 429,36 euro. Come si definisce il livello di moralità di una società?

Nelle sole Vlt (slot machine che prendono banconote) sono state infilati, al lordo delle perdite e delle vincite, nella sola Calvizzano nel solo 2018 quattro milioni di euro in banconote.


 Nei secoli passati “progresso” è stato sinonimo di ridistribuzione della ricchezza e diffusione del benessere. 
Comprensibile aspettativa in contesti dove il “benessere” corrispondeva al soddisfacimento dei bisogni primari come alimentazione, vestiario e alloggio. Quindi si presumeva che il raggiungimento di un tale tipo di benessere, legato strettamente all’aspetto economico, avrebbe risolto ogni tipo di equità sociale.
Oggi tutto questo è messo in discussione perché è dimostrato che sovvenzionare la povertà non basta, l’ingrediente primario dell’equità è la solidarietà che prescinde da quanto, in termini materiali, le classi abbienti siano disposte a travasare in quelle popolari. In breve, la solidarietà remunerativa ha valore sociale solo se cammina di pari passo con la solidarietà umana, in definitiva possiamo dire che il corrispettivo in denaro non assolve alla funzione di utilità sociale e in pratica non serve per sollevare le coscienze ma piuttosto ad atrofizzarle. Le prime falle del paradigma capitalista si stanno mostrando in tutta la loro evidenza, le fasce deboli, seppur sollevate dai bisogni primari, non riescono ad integrarsi, il capitalismo che lega le sue fortune indissolubilmente al consumismo, se nei due secoli appena trascorsi sembrava il meccanismo perfetto capace di stare in piedi da solo, ha oltrepassato l’apice della sua funzione, creando ormai  più vittime che beneficiari, come un enorme gioco dello snake, dove ormai il serpente non trova più spazio per dipanarsi e non può far altro che divorare se stesso.
Oggi il sistema per sopravvivere  ha continuamente bisogno di  clienti consumatori verso i quali non si chiede più se ciò che ha da offrire è quello che serve per un ulteriore progresso sociale, ma se è quello che serve per auto alimentare se stesso, quindi la persona umana non è più il fine ma il mezzo.
Tutto questo si evidenzia dal lento ma continuo svuotamento dei valori e dell’utilità dell’offerta, l’importante è trovare il compratore, arrivando a non interessarsi più dell’effetto deleterio del prodotto stesso. La cosa più drammatica di questo fenomeno è che l’immoralità di questo processo ha travalicato i confini tra privato e pubblico e quelle che potevano essere delle pratiche discutibili  ma commercialmente comprensibili da parte di una azienda, stanno diventando pratiche di governo delle nazioni trasformandosi nei primi sintomi di decadenza di una intera civiltà.
Quando uno Stato non protegge le classi deboli ma tutt’altro le usa come contribuenti inconsapevoli, sottraendo con una mano ciò che con l’altra elargisce, si forma un circolo vizioso che  salva  le apparenze e soprattutto il consenso ma che definisce un quadro di immoralità che copre le tragedie con un velo di spudorata falsità e ipocrisia.
Caso emblematico di tutto ciò è la legalizzazione e  la promozione del gioco d’azzardo che sta provocando una ecatombe sociale immane, i numeri di questo disastro dovrebbero far rizzare i capelli in testa a chiunque, ma il buon senso è ormai decotto è tutto sta passando come un innocuo passatempo.
Allora guardiamoli un poco da vicino questi numeri e rapportiamoli alla realtà per far emergere ulteriormente le contraddizioni di un comportamento sociale improntato paradossalmente sulla razionalità, e per evidenziare ancora di più i contrasti trasportiamoli in un contesto “domestico” come quello calvizzanese.
Ieri ci siamo crogiolati nel nostro orgoglio per aver raccolto in poche settimane la cifra di 30000 euro per restaurare le due tele del Vaccaro poste ai lati dell’altare maggiore della nostra bella Chiesa parrocchiale…
è giusto gioire per certi risultati, per carità, ma ora diamo un’occhiata ad un'altra faccia della medaglia:
Ho fatto un giro sul sito dell’ “Agenzia delle Dogane e Monopoli”, dove appena il 9 settembre scorso è stato pubblicato il resoconto delle giocate di tutti i Comuni d’Italia relative all’anno 2018, chiaramente ho scorso tutta la sfilza lunghissima del Pdf per trovare Calvizzano perché la curiosità era  forte, e allora senza andare troppo nello specifico, diamo qualche numero contenendoci nella colonna dello “speso” cioè in ciò che si è lasciato… cioè di quanto si è perso!
La voce più “irrilevante” è quella per le “Scommesse  ippiche in agenzia” dove i calvizzanesi hanno lasciato 934,51 euro, ma si va subito su con il Superenalotto, dove abbiamo rimesso 80.723,69 euro, cifre già abbastanza importanti ma niente in confronto a quanto segue: per le lotterie istantanee (gratta e vinci) persi 199.093,89 euro. Gioco del Lotto, rimessi 447.188,37 euro… comincia a far male? Non è ancora il caso!
Nelle  Awp (slot machine che prendono monete) sono stati infilati senza più ritorno 494.711,43 euro.
Nelle Vlt   (slot machine che prendono banconote) sono andati smarriti 499.481,41 euro… praticamente mezzo milione!
Nelle sole Vlt sono state infilati, al lordo delle perdite e delle vincite, nella sola Calvizzano nel solo 2018 quattro milioni di euro in banconote.
Tralasciando la sfilza di quanto è andato buttato nel dettaglio di altri tipi di “giochi” … e già questa definizione dovrebbe cominciare a stare sui zebedei a tutti, passiamo direttamente alla cifra complessiva che volontariamente ma inconsciamente  (viva la società razionale delle contraddizioni),  i calvizzanesi si sono fatti sfilare dalle tasche l’anno scorso, che ammonta a 1.896.071,88 euro!
Con questi numeri ci si potrebbe sbizzarrire a tirar fuori tanti contrasti, a me ne è sorto uno appunto relativo alle tele del Vaccaro: A Calvizzano, secondo la distribuzione di legge per numero di abitanti, ci dovrebbero essere non più di 10 Vlt, quindi proporzionalmente ai 4.000.000 inserite in tutte, ognuna ha ingurgitato 400.000 euro. Ergo: se ci sentiamo orgogliosi per aver raccolto 30.000 euro per restaurare due preziose tele, come dovremmo sentirci per averne buttati 400.000 in una sola macchinetta mangia soldi?
Oppure guardiamola da un altro punto di vista: Nel 2018 i calvizzanesi hanno infilato in una sola Vlt 27 tele del Vaccaro (o almeno il loro restauro).
Il “giocato” complessivo dei calvizzanesi nel 2018 è stato 8.667. 429,36 euro, Calvizzano è un paese “virtuoso” per giocata procapite, più dei mugnanesi  a quanto pare, visto che lì si sono giocati 112,642 milioni di euro perdendone 23,665 milioni… però attenzione! Nella lista dei “giochi” di Mugnano è sommato il Bingo che in quella di Calvizzano è assente per il semplice motivo che Calvizzano non ha una sala Bingo mentre Mugnano si, quindi è presumibile che nei venticinque milioni  e mezzo giocati a Mugnano in quel Bingo l’anno scorso , di cui sette milioni e trecentotrenta persi per sempre, una buona quota sia di calvizzanesi in trasferta.
Questi numeri dovrebbero far stramazzare al suolo, soprattutto se rapportati al danno sociale derivato: famiglie smembrate, aziende fallite con relativi posti di lavoro persi, individui da recuperare socialmente e psichicamente, incentivazione di furti, rapine, spaccio e prostituzione … e suicidi.
Lo Stato ha trattenuto per l’erario (io la chiamerei semplicemente  marchetta o perché no… ricotta) dai soldi persi dai calvizzanesi nel 2018 euro 993.845,25. Alla fine ecco il punto in cui lo snake morde se stesso… Game Over.

Gennaro GB Ricciardiello

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