Marano, nel 2011 ci fu un duro attacco di consiglieri comunali all’ufficio tecnico: “E’ una fogna, paghi chi ha responsabilità”. Cosa è cambiato da allora?
In un consiglio
comunale “infuocato” di novembre 2011 (epoca Cavallo sindaco), l’ufficio tecnico
finì nel mirino dei consiglieri
comunali. Arrivarono attacchi e allusioni sia dai banchi della maggioranza che
della minoranza. A cominciare, l’ex sindaco Bertini. Lo spunto gli fu offerto
dalla discussione dei debiti fuori bilancio, portata in Consiglio comunale
insieme alla delibera sul Riequilibrio. Uno, in particolare, faceva riferimento
alla parcella, con interessi legali, del commissario ad acta nominato per il
rilascio di una concessione edilizia a via Camillo Guerra, che il Comune non
rilasciò nei tempi di legge.
“Questo è un debito
fuori bilancio che non deve essere riconosciuto – dichiarò Bertini - sia per motivazioni tecniche sia per motivi
morali. Nel 2002, quando questo signore ha richiesto un’autorizzazione a
ristrutturare, io ero sindaco e ricordo di aver ripetutamente sollecitato l’Ufficio
tecnico affinché provvedessero, ma stranamente non si è mosso niente”.
“I funzionari –
rincarò la dose Bertini – a volte hanno altri interessi, altre intenzioni,
hanno probabilmente anche altre mazzette. Quindi a questo punto, riconoscere questo
debito significherebbe anche dare una specie di placet morale a una situazione
che si è voluto andasse così. Chi nell’ufficio non ha trovato il tempo di
ottemperare a questa pratica, deve pagare. E’ immorale che noi chiediamo ai
cittadini di Marano di pagare gli imbrogli degli altri. Si faccia pagare
chiunque sia stato in qualche maniera responsabile di questa incresciosa
situazione, non certamente i cittadini di Marano”.
A dare man forte a
Bertini nel duro attacco ci pensò anche il candidato sindaco sconfitto del
centrodestra, Ferdinando Scotto: “Per questa licenza di ristrutturazione
non concessa – dichiarò il noto amministrativista – c’è stato un
pronunciamento del Tar che aveva assegnato al Comune un tempo per provvedere,
cosa che non è stata fatta, non rispettando l’ordine del giudice. A questo
punto è dovuto intervenire il potere sostitutivo, vale a dire il commissario ad
acta. Questo debito, dunque, lo devono pagare i funzionari che non hanno fatto
il loro dovere e non certamente la comunità maranese”.
A sferrare il colpo
finale fu, poi, il consigliere di maggioranza Eduardo Simioli, del gruppo “Per
una nuova Marano”, che, per l’occasione, parlò (come ribadì il capogruppo Luigi
del Prete) a titolo personale. “Abbiamo accorpato l’Area ambiente e
territorio con l’Area tecnica – disse Simioli -. E’ un errore. Già da
solo, l’Ufficio tecnico è veramente complicato da gestire. Per questo dissi al
Sindaco (prima delle elezioni, quando si era capito dove si andava a parare)
che l’Ufficio tecnico è una fogna e, dentro una fogna, ci vuole una zoccola di
grosse dimensioni, una pantegana, intendevo: se ci metti un topolino se lo mangiano.
Perché essere una brava persona non significa essere per forza capace di
affrontare difficoltà di quel tipo”.
Interventi molto duri,
che ebbero conseguenze politiche (un comunicato di solidarietà all’Ufficio
tecnico dell’assessore Astarita) e pare che finirono anche all’attenzione della
magistratura.
In quel Consiglio
comunale era presente anche l’attuale sindaco Rodolfo Visconti, eletto nel
Pd con 432 voti (solo l’ex sindaco Perrotta lo superò).